Avvenire di Calabria

Giornate teologiche, ieri l’incontro con monsignor Carlo Rocchetta

L'invito dell'illustre teologo: «Urge un duplice passaggio, dalla “collaborazione” alla “corresponsabilità” e “ dalla “complementarietà” alla “reciprocità”»

di Patrizia Votano

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Ieri si è svolta la seconda giornata teologica centrata sulla tematica “L’ordine degli Sposi. Retrospettive storiche e prospettive teologiche”. Monsignor Carlo Rocchetta, teologo e fondatore del Centro Familiare “Casa della Tenerezza” (PG), ha introdotto il tema con una breve premessa sul fallimento dell’attuale pastorale familiare dovuta soprattutto alla mancanza di un progetto organico di pastorale familiare, alla mancanza della consapevolezza del grande dono che gli sposi portano in sé, alla dicotomia tra Pastori e Sposi che priva gli sposi stessi della loro specifica responsabilità ecclesiale (urge un duplice passaggio: dalla “collaborazione” alla “corresponsabilità”; “ dalla “complementarietà” alla “reciprocità”), all’individualismo dell’iniziazione al matrimonio cristiano.


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Per quanto riguarda lo sviluppo storico dell’ordo coniugatorum, nei primi secoli assume una valenza positiva in quanto la Chiesa è vista come una casa: la Domus Ecclesiae, una Chiesa Comunione in cui si celebra l’unica Eucaristia. Successivamente con l’esegesi mistica dei monaci si va verso una svalutazione della condizione nuziale con una decisa separazione tra Spirituales (clero e monaci) e i Carnales (laici, coniugi). Viene imposto un modello gerarchico piramidale di Chiesa, dove i laici e i coniugi vengono posti al gradino più basso.

Una rinnovata collocazione degli sposi nella Chiesa verrà data dal Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, Gaudium et Spes) e dal post-concilio (CCC, Amoris Laetitia). Nel CV II si origina una ecclesiologia trinitaria dove la famiglia è vista come icona e dimora della Trinità. Il sacramento delle nozze è la Pentecoste degli sposi in quanto lo Spirito Santo innesta in loro l’amore. Gli sposi non sono mai soli ma sono sempre accompagnati e rafforzati dallo Spirito Santo che li sostiene.

La famiglia è comunità trinitaria, prima scuola per una civiltà dell’amore e della tenerezza, senza famiglia non c’è futuro per l’umanità La relazione di don Rocchetta si è conclusa con la tenerezza nuziale intesa come linfa vitale di ogni progetto educativo. Entrambi i genitori hanno una forte tenerezza ed i figli hanno diritto alla tenerezza. Il tema della tenerezza soprattutto a livello familiare è molto caro a don Carlo, tanto caro che spera un giorno di poter aprire una “Casa della tenerezza” anche nella nostra Reggio Calabria.

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