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Ieri pomeriggio si è tenuta la prima delle tre giornate teologiche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mons. Vincenzo Zoccali” di Reggio Calabria. La rassegna ormai pluriennale, quest’anno presenta come sfondo il tema della famiglia, degli sposi, e della loro relazione con la Chiesa (guarda il programma completo). Ha presieduto, introducendo e presentando le giornate e gli ospiti, la Prof.ssa Annarita Ferrato (Direttrice dell’ISSR), con il Prof. Antonino Paolo Sgrò (Direttore dell’Istituto Teologico) in veste di moderatore della relazione del Prof. Guerino Bovalino (PhD in Sociologia, Université René Descartes, Paris V La Sorbonne).
Il tema di questa prima sessione “La famiglia e lo schermo. La crisi delle relazioni nell’era digitale” è stato trattato in ampiezza ed in profondità, toccando questioni strettamente attuali e quotidiane. Il digitale, i media, la tecnologia si sono imposte in modo aggressivo e totalizzante nella e sulla società, per colmare quel vuoto venutosi a creare fra l’essere e l’agire. Tale vuoto è dettato dalla perdita del senso del sacro, di un centro a cui volgersi per non essere sballottolati qua’ e la’. Così i media diventano una nuova “religione”, con un nuovo tipo di comunicazione che tende ad una nuova “comunione”.
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Nelle trasmissioni Tv abbiamo nuove autorità cui affidarsi per essere ascoltati e capiti o per esibirsi e mettersi in mostra. Insomma il sacro si è spostato se non capovolto del tutto, e per accedervi basta essere possessori di un dispositivo di pochi centimetri che attraverso uno schermo offre l’accesso al mondo.
Partendo dalla fotografia, passando per il cinema fino ad arrivare agli attuali smartphone, lo schermo è sempre la via di fuga da questa ad un’altra realtà. Dalle trasmissioni, dai personaggi, dal linguaggio, dai contenuti che ci vengono offerti continuamente veniamo educati e plasmati, invasi nella quotidiana intimità fino a modificare i nostri ritmi giornalieri per conformarli ai media (tg, trasmissioni, partite, social). Il fine, in questa nuova visione della realtà, è la pubblicizzazione continua di se’ stessi, in un individualismo esasperato che porta la persona ad esibire sia gli aspetti corporei sia gli aspetti più interiori di se’.
I ritmi vitali della natura, la cura per se’ e per gli altri, l’accettazione del dolore come parte fondamentale della vita, l’idea dell’attesa, della calma, della lentezza, della pazienza, sono tutte cose soppiantate dal dogma della velocità e dell’efficienza, in una società conformata ad una mentalità “usa e getta”, pragmatica, utilitaristica, positivista.
In tal modo la vita scorre frenetica da una occupazione all’altra e non ci si riesce a fermarsi a coglierla. La funzione dei media è altamente pedagogica, soprattutto nei confronti della famiglia e dei bambini, con la riforma della mentalità moderna attuata attraverso film, trasmissioni e reality. In conclusione, il mondo digitale e tecnologico a cui vanno comunque tributati aspetti positivi, ormai permea le nostre esistenze interamente, e dobbiamo elaborare un modo sano per rapportarci con esso senza esserne schiacciati e sopraffatti.
Al termine della sua esposizione sono state poste al professore Bovalino alcune domande da parte dei partecipanti, cui è seguita una pronta ed esaustiva risposta. La giornata si è conclusa alle 18.30 con i consueti saluti, con il rimando alla sessione successiva, e con la Celebrazione comunitaria dei vespri.
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