Avvenire di Calabria

Giù le mani dal Parco nazionale dell’Aspromonte

Giuseppe Bombino

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Avevamo deciso di non intervenire, nonostante, a distanza di qualche ora dal cosiddetto “cambio a vertice” al Parco Nazionale dell’Aspromonte, fossero stati lanciati i chiari segnali di una “dismissione” del carattere istituzionale dell’Ente dello Stato.
La circostanza, infatti, sigillata dal solito selfie, non era sfuggita agli attenti “lettori” della politica locale, i quali l’avevano subito “interpretata” come il superamento delle paure che terrorizzavano Falcomatà negli anni in cui il Parco è stato rappresentato da altra figura.
Ma ci risiamo. Il Parco Nazionale dell’Aspromonte, Ente dello Stato, ieri ha partecipato, con il suo “reggente”, all’evento partitico organizzato da “La Svolta” e da “Reset”, su espresso invito del Sindaco Falcomatà.
Avremmo preferito che la fin qui sconosciuta attenzione del Sindaco Falcomatà verso il Parco si fosse avvertita anche nel passato. Così non è stato, e ce ne dispiace.
Eppure, molteplici sono state le occasioni perché ciò avvenisse … ma, se serve, ve ne darò ragione e conto (coi documenti) nelle prossime occasioni.
Una straordinaria opportunità, ad esempio, è stata soffocata al tempo della redazione dello Statuto della Città Metropolitana, dove, al di là di qualche frase incidentale, non vi è traccia della dignità, del valore e della esclusività dell’Area Protetta, la più importante nella geografia Euro-Mediterranea. Come pure non v’è traccia delle inedite prospettive che questa irripetibile congiuntura lasciano intravedere nel processo di metropolizzazione.
Ma, evidentemente, l’obiettivo di una non celata alleanza di partito tra Falcomatà e Creazzo nasconde ben altre finalità.
E in un tempo in cui i vaccini sono messi in discussione, anche il “nanismo politico” sembra voler infettare il Parco Nazionale dell’Aspromonte: difatti, sono trascorsi solo pochi giorni dall’inizio della “reggenza” e già qualcuno pensa di guarire i propri “problemi di statura” “strumentalizzando” un Ente dello Stato con una propaganda priva di grammatica e di punteggiatura.
L’Ente Parco non si consegnerà nelle mani incerte di una smarrita politica locale, che vorrebbero “marchiarlo” con vessilli e sigle di partito. Falcomatà, piuttosto, incontri il Presidente della Comunità del Parco, espressione e rappresentanza eletta dei 37 Comuni che ricadono all’interno di quell’Area Protetta che copre 1/3 del territorio della Città Metropolitana e di cui Falcomatà non sospetta neanche l’esistenza. Se vorrà farlo, potrebbe ascoltare le istanze e le preoccupazioni di quelle realtà “espulse” e marginalizzate, fragili e isolate, dove le distanze rispetto a Reggio sono tutt’altro che fisiche.

Articoli Correlati