
Diocesi: mons. Ambarus (Matera), “ospitiamoci gli uni gli altri a partire da un ascolto reciproco”
Diocesi: mons. Ambarus (Matera), “ospitiamoci gli uni gli altri a partire da un ascolto reciproco”
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“Ci facciamo pellegrini a Roma per vivere insieme un’esperienza giubilare e varcare la Porta Santa, la porta della Speranza che è Gesù Cristo stesso. Saranno giorni di grazia, nei quali vivremo la bellezza dell’appartenenza alla Chiesa e rinnoveremo la professione della nostra fede attingendo, attraverso il dono dell’indulgenza, al tesoro del Cuore di Cristo come la sorgente di misericordia e di grazia”. Lo ha detto, all’inizio del giubileo diocesano a Roma, l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Giovanni Checchinato. Sono giunti, questa mattina, a Roma, dalla diocesi calabrese circa 1200 fedeli che si faranno pellegrini, fino a domenica, con varie tappe. “Chi si fa pellegrino – ha etto il presule – è una persona che si mette in cammino, fa l’esperienza della fatica e anche della compagnia del fratello e della sorella, sullo stesso sentiero. Sarà su di esso che il Signore ci raggiungerà, ascolterà le nostre disavventure, le delusioni, i nostri sogni, si farà Lui stesso compagno di strada, ci parlerà e ci farà ardere il cuore, spezzerà il pane per noi”. Da qui l’invito a lasciarci “prendere per mano da Lui mentre ci rechiamo, fiduciosi, nella città di Roma, simbolico cuore del cristianesimo, dove Pietro e Paolo hanno dato la vita insieme a milioni di nostri fratelli cristiani martirizzati”. Il pellegrinaggio toccherà le tombe degli Apostoli, “le colonne della Chiesa, e la provvidenza ci ha riservato il dono di fare il nostro pellegrinaggio dopo l’elezione del 266° Successore di Pietro, Papa Leone XIV che, se Dio vorrà, potremo vedere, ascoltare e pregare con lui nel Regina Coeli di domenica 25 maggio. Vi auguro perciò un buon cammino, nel ricordo del caro papa Francesco che ha indetto e aperto il Giubileo della Speranza”, ha concluso mons. Checchinato.
Fonte: AgensirDiocesi: mons. Ambarus (Matera), “ospitiamoci gli uni gli altri a partire da un ascolto reciproco”
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