Avvenire di Calabria

Quattro arresti: un funzionario regionale e tre imprenditori in manette

Gli incendi «d’oro» alla Regione Calabria

Federico Minniti

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Spegnere gli incendi può essere un lavoro “d'oro”, soprattutto per le tasche dei contribuenti calabresi. Così l'Elimediterranea - che nonostante il nome ha sede legale in quel di Vicenza - è «in affari» con la Regione Calabria o quantomeno con parti di essa; segmenti corruttibili – secondo la Procura di Catanzaro che ha coordinato un'indagine insieme agli uomini della Dda di Reggio Calabria – come il funzionario regionale Nicola Giancotti che da ieri è ristretto in carcere con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Ai domiciliari sono finiti invece Giuseppe e Luigi Tornello, titolari dell'Elimediterranea, e Giuseppe Speziali, “procuratore speciale” della stessa azienda attraverso la “G. Speziali Consulting”.
Speziali, 74enne, appartiene a uno dei casati nobili dell'imprenditoria calabrese: nato a Bovalino, nel cuore della Locride, è strettamente imparentato con Vincenzo Speziali, già presidente degli Industriali di Calabria, e zio di Vincenzo jr, considerato uomo di fiducia del latitante di lusso, Amedeo Matacena. Famiglie di notabili da sempre vicini alla politica.
E seguendo la consulenza di Giuseppe Speziali all'Elimediterranea, per un ammontare di quasi un milione di euro, che gli uomini della Guardia di Finanza sono risaliti alla truffa agevolata da Giancotti. «Una piccola indagine, ma molto significativa», dice il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. Il motivo è presto detto: secondo Gratteri «nel breve periodo per la terza volta siamo riusciti ad entrare nella pubblica amministrazione, cosa che sembrava un tabù».
Una burocrazia capace di creare degli esborsi di denaro del tutto ingiustificati: infatti, per quanto concerne i servizi aerei per la lotta gli incendi boschivi, i pagamenti all'Elimediterranea sono stati liquidati due volte dallo stesso dipartimento regionale. Le due fatture, emesse nel 2012, furono pagate un anno dopo, nel giugno 2013. Secondo gli inquirenti, con la collaborazione di Giancotti, gli stessi documenti contabili furono messi in liquidazione anche nel 2014. Insomma un lavoro pagato due volte: qualcosa, però, è andato storto nel corroborato sistema tra Giancotti e Speziali. Ossia l'arrivo di un nuovo dirigente alla Protezione Civile che bloccò tutto.
La Procura di Catanzaro non ha avuto dubbi, quindi, nemmeno dinnanzi alle giustificazioni mosse dal funzionario pubblico: "l'errore" di Giancotti era dovuto a una fitta rete di co-interessenze col gruppo rappresentato in Calabria da Speziali. Un rapporto fittissimo tra i due: «Speziali - concludono gli inquirenti - era solito recarsi in Regione almeno una volta a settimana, interagendo per lo più con Nicola Giancotti, al quale ha procurato anche sim intestate a terzi, sulle quali comunicare senza destare sospetti».

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