
L'Agenzia Sir, con un'ampia intervista di Fabio Mandato al Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha colto una nuova "sfumatura" rispetto alla lotta alla 'ndrangheta. La prospettiva delle donne. "Per parlarne bisogna partire dalle faide, - ha detto Gratteri - che sono importanti perché lì vediamo le donne protagoniste. Esse sono il termoregolatore, le molle che caricano gli uomini. C’è un lavorio psicologico sull’uomo, la donna è quella che tiene acceso il fuoco della vendetta e che carica gli uomini per andare ad uccidere". Un ritratto schietto, quello di Gratteri che rilancia anche rispetto all'attivismo associativo delle donne nelle 'ndrine: "Vediamo sempre più, soprattutto nel traffico di droga, una partecipazione attiva. Non siamo a livello delle donne sudamericane dove nei cartelli, quando viene ucciso il capo del cartello, la moglie o la compagna o la convivente prende il posto e diventa leader, però abbiamo visto dei casi di donne che hanno un controllo e una gestione, ad esempio, nelle estorsioni, magari in quei casi in cui il marito è detenuto". Insomma una complicità, si legge nell'intervista, che esula dal rapporto coniugale. "Un lavoro evidente e, comunque sia, - ha concluso Gratteri - una maggiore presenza nel panorama criminale".