Calabria, diventa realtà la premialità per le imprese che resistono alla ‘ndrangheta
L’annuncio del presidente della commissione regionale anti-‘ndrangheta Pietro Molinaro: «Oltre al valore simbolico, adesso anche valenza concreta».
Ancora minacce contro il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, autore di diverse inchieste antimafia. Questa volta le intimidazioni contro l'operatore del magistrato arrivano sulla piattaforma online di Tik Tok.
Le minacce al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, corrono anche via Tik Tok. Durante una delle dirette del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, alcuni utenti collegati hanno fatto riferimento alla maxi operazione antimafia condotta dalla Dda catanzarese a Cosenza nelle ore immediatamente successive al blitz della scorsa settimana.
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n particolare, una certa Noemi Cugliari – ma potrebbe essere un’identità fittizia – dopo che “il Madonna” ha affermato «Gratteri 200 arresti domani ne usciranno 180», ha commentato: «Campa poco Gratteri come tutti gli uccellini», con riferimento evidente ai pentiti grazie alle cui rivelazioni sono possibili colpi così duri alle mafie. E qualcun altro commenta ancora: «la mafia camorra e sempre stata nei grandi palazzoni».
Non c’è soltanto ignoranza, perché su Tik Tok, a quanto pare, si inneggia alla cultura mafiosa. Immediata è stata comunque la replica di Bonaventura che si è rivolto agli autori delle minacce apostrofandoli e dicendo loro che dovrebbero vergognarsi. Nelle settimane scorse anche il pentito crotonese ricevette minacce durante una delle sue dirette. Qualcuno gli si rivolgeva dicendo che Rino Bonaventura (suo padre, morto nel 2015, uno dei capi del clan) non sarebbe fiero di lui; qualcun altro gli intimava: «se non vuoi essere sciolto nell’acido evitami».
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“Solidarietà a Nicola Gratteri per il messaggio minaccioso comparso su TikTok nel corso di una diretta social. Quei toni carichi di allusioni intimidatorie non scalfiranno la determinazione del magistrato, piuttosto squalificano e connotano nel senso più deteriore chi le ha scritte”. Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
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