Avvenire di Calabria

I diritti di alcuni

Unioni civili e matrimoni gay

Davide Imeneo

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Molti decidono di condividere sui Social Network i propositi per l'anno appena iniziato. Durante i primi giorni di gennaio in tanti hanno scelto una frase di Coco Chanel: “per essere insostituibili bisogna essere diversi”. E giù ad elencare le “diversità” da intraprendere nel 2016.
Ma questa corsa alla insostituibilità e alla diversità a quale bisogno profondo risponde? Perché in tanti aderiscono ad una vera e propria corsa alla distinzione? Sarà il timore dell'omologazione forse...ma tanto “i diversi ad ogni costo” quanto “ i non omologati a prescindere” vivono una vita fatta di eccessi, in opposizione ad una normalità fraintesa come banalità, senza accorgersi che rinunciano ad essere autentici e spesso ad essere se stessi.
Esiste poi l'omologazione alla diversità...basta pensare alla moda, vestirsi fuori dagli schemi è diventato lo Schema.
Forse per essere insostituibili bisognerebbe essere normali.
Suona come una provocazione, ma perché la normalità non è un vanto? Perché la normalità è diventata un limite da superare, anche grazie all'ausilio della tecnologia?
Che un bambino nasca da una donna e da un uomo è normale, addirittura naturale. Non siamo noi cattolici a non concepire che una bimba abbia due madri, ma sono due madri che non possono concepire una bimba. Eppure anche un'evidenza di tale portata oggi viene negata...anzi aggirata...perché ciò che è impossibile naturalmente può diventare possibile giuridicamente.
Il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili approderà al Senato il prossimo 26 gennaio.
Tra i nodi nevralgici la “stepchild adoption” che consentirebbe alle coppie omosessuali l’adozione da parte di uno dei partner del figlio del compagno, aprendo potenzialmente il varco alla pratica dell’utero in affitto.
Papa Francesco si è più volte espresso su questo punto precisando che ogni bambino ha diritto a un papà e ad una mamma. Ma in questo caso non viene tutelato il diritto del minore...bensì il diritto di uno dei genitori.
“Il rischio vero – dichiara don Paolo Gentili, direttore Ufficio Famiglia CEI – è quello di una legalità che si allontani dalla realtà fatta di famiglie composte da un papà, una mamma e dei figli, che nel nostro Paese non trovano, rispetto ad altri Paesi europei, adeguato sostegno. La denatalità è spaventosa e le previsioni sulle nascite sono catastrofiche: nel 2020 si va verso percentuali di 0,8 figli per coppia. Anche gli immigrati, arrivati alla seconda o alla terza generazione, si adeguano a questo trend”.
L’auspicio è allora che la politica ascolti di più la famiglia reale, quella che quotidianamente incontriamo nei diversi luoghi della vita vera e che, senza troppe chiacchiere, si fa concretamente carico di bambini, anziani e malati. Ricominciamo dalla normalità.

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