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Reggio Calabria, il Serra Club incontra don Simone Gatto
Nel salone parrocchiale del Santuario di San Paolo, il direttivo del Club Serra di Reggio
I disabili adulti di Catona in balia delle beghe di partito. La Piccola Opera, che gestisce il Centro diurno, rinuncia all'ennesima proroga di gestione in virtù della parziale inagibilità dei locali. Ecco la reazione dei familiari di trenta disabili adulti reggini.
Il Comitato dei familiari, infatti «nonostante riconosca i validi motivi che hanno portato alla rinuncia» esprime preoccupazione per i propri figli. L'unica struttura della periferia nord della città è a rischio chiusura «sospendendo, di fatto, un servizio fondamentale per i ragazzi e per le loro famiglie».
I familiari hanno chiaro il motivo del perché si è giunti a questo triste epilogo. «I motivi di questa rinuncia sono da addebitare al rimpallo delle responsabilità che avviene tra Comune e Regione» scrivono senza timore di smentita. Parliamo di un harakiri politico-amministrativo.
Il Centro è di proprietà regionale, ma dato in comodato d'uso al Comune di Reggio Calabria da più di vent'anni. Comodato d'uso scaduto da quasi due anni e mai rinnovato «penalizzando così gli ospiti che si vedono negato l'ennesimo diritto» tuonano i familiari dei disabili.
Le note stampa diffuse dalla politica sembravano lasciar presagire il meglio. Ma così non è stato. «La burocrazia e il poco interesse verso le fasce più deboli hanno creato un ennesimo intoppo di non si sa quale natura», scrivono dal Comitato dei familiari.
I familiari lanciano, quindi, un appello ai «signori politici nelle persone del presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, e gli assessori comunali, Giovanni Muraca e Demetrio Delfino» di «mettere da parte ogni contenzioso e rivalità di partito e di risolvere la questione al più presto, pensando solo all'interesse dei ragazzi ospiti del centro».
Le famiglie lotteranno fino alla fine per evitare la chiusura totale del Centro diurno di Catona. A tal punto che i firmatari della nota affermano che «non intendono più sopportare i giochi politici che stanno esasperando la psiche di tanti nuclei familiari e si ripromettono azioni eclatanti al fine di evitare l'eventuale chiusura del centro».
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