Avvenire di Calabria

Domani il vicepresidente della Cei, il vescovo Francesco Savino, sarà sul luogo della tragedia a nome di tutta la Conferenza episcopale italiana

I vescovi calabresi sulla tragedia di Cutro: «Naufragio di umanità»

La nota della conferenza episcopale calabra: «Nessuno può rimanere indifferente di fronte a tragedie come queste»

di Redazione Web

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I vescovi calabresi hanno diffuso un comunicato stampa in cui esprimono dolore e sconcerto per le vittime del naufragio di Cutro (Crotone). Oltre alla partecipazione umana e spirituale al dolore per la perdita delle vite umane, i presuli della Calabria auspicano «che tutti facciano la loro parte, che tutti facciano di più».

La nota dei vescovi calabresi sul naufragio di Cutro

Come Vescovi delle diocesi della Calabria esprimiamo il profondo dolore e lo sconcerto per l’ennesima tragedia che si è consumata nel mare della nostra regione e invitiamo tutte le comunità cristiane a manifestare con la preghiera e la solidarietà, una concreta vicinanza alle vittime.


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Di fronte alla dolorosa cronaca di queste ore, nessuno può rimanere indifferente di fronte a tanti fratelli e sorelle fra cui bambini, che hanno perso la vita in questo dramma, ultimo di tanti, troppi che hanno funestato le coste della nostra Calabria.

Domani, lunedì 27 febbraio, il vescovo di Cassano allo Jonio e vicepresidente della Cei, monsignor Francesco Savino, si recherà sul luogo della tragedia in rappresentanza della Conferenza episcopale italiana per un momento di preghiera e per esprimere la prossimità e la vicinanza di tutta la Chiesa italiana.

In questo momento come Vescovi della Calabria, ci sentiamo di elevare un invito accorato rivolto a tutti, a non rimanere inerti, a immaginare nuove strade solidali che possano permettere al nostro Mediterraneo di non essere più uno scenario di morte. È il momento del dolore, ma anche del risveglio: tutti facciano la loro parte, tutti facciano di più, con rinnovata responsabilità: l’Europa deve fare di più, l’Italia deve fare di più, le nostre Comunità cristiane devono fare di più… sentendosi tutti sulla stessa barca, su quella stessa barca che non deve naufragare perché sarebbe il naufragio della civiltà.


PER APPROFONDIRE: Consegnato il cimitero dei migranti di Armo, Morrone: «Opera di carità, opera politica»


Per salvarci da questo tragico naufragio, con Papa Francesco invitiamo tutti a comportarsi con più umanità, «Guardando le persone non come dei numeri, ma per quello che sono, cioè dei volti, delle storie, semplicemente uomini e donne, fratelli e sorelle» (Papa Francesco, 4 aprile 2022).

L'intervento del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi

Anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, ha manifestato il proprio dolore attraverso una nota stampa diramata dall'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei: «Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste» ha esordito il cardinale. «Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre. Il bilancio è drammatico e sale di ora in ora: sono stati già recuperati 40 corpi, tra cui molti bambini. Ci uniamo alla preghiera del Santo Padre per ognuno di loro, per quanti sono ancora dispersi e per i sopravvissuti. Li affidiamo a Dio con un pensiero per le loro famiglie».

Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, prosegue il cardinale presidente «ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero». Secondo Zuppi «Occorrono scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe».

«L’orologio della storia - conclude la nota - non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Che sia una nuova operazione Mare Nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza».

Sulla stessa lunghezza d'onda è intervenuto anche il vicepresidente della Cei, il vescovo di Cassano allo Jonio: «Dinanzi alla nuova tragedia che si è consumata a Steccato di Cutro causando decine di vittime, donne uomini e bambini, non possiamo stare zitti» ha dichiarato il presule all'agenzia Ansa. «È l'ora di svegliare le coscienze. È l'ora della profezia. È l'ora della politica, di politiche alte e altre - ha affermato il presule - Diciamo di no a certi decreti governativi che di fatto ci mettono nella condizione di registrare sempre queste sciagure in mare». A dichiararlo è monsignor Francesco Savino, che è anche delegato Migrantes dalla Conferenza Episcopale calabrese. «Non possiamo non dire con coraggio in questo momento, ancora una volta, con le parole profetiche di papa Francesco - aggiunge il presule - che il Mediterraneo è diventato un cimitero liquido, è diventato un insieme di tombe senza nomi e senza cognomi. Non è più possibile restare indifferenti a queste stragi di innocenti, la nostra coscienza non sopporta. Indigniamoci e invitiamo tutti coloro che hanno responsabilità politiche a rivedere certe politiche rispetto ai fenomeni migratori. È in gioco la civiltà, è in gioco la democrazia reale, la democrazia matura».

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