Avvenire di Calabria

Il 5 luglio riparte la campagna antiracket a Reggio Calabria

Sarà pubblicamente rilanciata la campagna “ReggioLiberaReggio – La libertà non ha pizzo”

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Il prossimo cinque luglio potrebbe diventare una data importante per la storia di Reggio Calabria, l’inizio di quella che potrebbe diventare una vera e propria insurrezione culturale. I cittadini e le imprese avranno una nuova possibilità di fare delle scelte che potrebbero dare un colpo duro alle cosche della ndrangheta che condizionano pesantemente la vita economica, politica e sociale del territorio reggino. Potranno incidere su quello che rappresentano gli interessi veri delle cosche: quello di fare soldi e di esercitare il controllo del territorio.

In questa data sarà pubblicamente rilanciata la campagna “ReggioLiberaReggio – La libertà non ha pizzo” con la quale si chiederà alle imprese reggine di ribellarsi al racket e di aderire alla rete di imprenditori che hanno già fatto la scelta di denunciare o comunque di non cedere a questo ricatto. Contestualmente si chiederà ai cittadini di fare la loro parte, di decidere di boicottare le imprese gestite direttamente o no dalla ndrangheta, scegliendo per i loro acquisti le aziende e gli esercizi commerciali che hanno scelto di non pagare il pizzo e diventare così cittadini consumatori responsabili.

Un grande movimento culturale di accompagnamento delle vittime del racket ma anche di educazione e formazione nelle scuole e nelle università. Il momento è quello giusto, dopo gli importantissimi provvedimenti giudiziari che hanno colpito duramente i clan, che hanno dimostrato che magistratura e le forze dell’ordine stanno facendo la loro parte, ora la città è chiamata a schierarsi e la campagna è un modo concreto per farlo.

Tanti giovani volontari di Libera stanno lavorando nella totale gratuità per il rilancio di questa campagna, per ascoltare le vittime del racket, per organizzare le opportune forme di vicinanza e di accompagnamento anche attraverso lo sportello SOS giustizia.

Sarà don Luigi Ciotti a farsi portavoce di questa nuova sfida, confermando la sua particolare vicinanza alla terra di Calabria, iniziata con il rapporto speciale che lo aveva unito a don Italo Calabrò già negli anni 80 nel contrasto alle mafie ed alle ingiustizie sociali.

Articoli Correlati

beni confiscati bando

Beni confiscati, ecco chi li gestisce in Calabria

In occasione dell’anniversario della legge 109/96 che ha compiuto 28 anni, l’Associazione antimafia Libera ha presentato il rapporto annuale sulla gestione e destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.