Avvenire di Calabria

All’inizio dei lavori dei parcheggi sotterranei fu scoperta una necropoli a pochi passi dalla stazione centrale

Il caso. Piazza Garibaldi, scavi archeologici abbandonati

E Casapound denuncia: «Assurda la scelta di interrare il parco archeologico»

Federico Minniti

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Poteva e doveva essere il “biglietto da visita” della Città per quanti, giungendo in treno, entravano nel territorio dei Bronzi di Riace. Un evidente documento monumentale della storia millenaria di Reggio Calabria, figlia delle contaminazioni storiografiche che la rendono unica. Ci stiamo riferendo ai reperti archeologici, probabilmente una necropoli romana, ritrovati a Piazza Garibaldi in occasione dei lavori per la costruzione dei parcheggi sotterranei dinnanzi alla stazione centrale di Reggio Calabria.

Nell’immediato ritrovamento si alzò un vespaio di polemiche, ma – come spesso accade – col passare del tempo il tema si è affievolito e quegli scavi sono rimasti del tutto abbandonati a sé stessi. Vittime della negligenza e dell’incuria. Così il famoso “biglietto da visita” si è trasformato nell’ennesimo cantiere aperto che è immobile in virtù di un arduo contenzioso tra la ditta aggiudicatrice dei lavori per il parcheggio sotterraneo, il Comune di Reggio Calabria e la Soprintendenza per i Beni Archelogici. Un inghippo nel macchinosissimo sistema burocratico che non è stato sufficientemente “oleato” dalla volontà politica.

Sembra che degli scavi di Piazza Garibaldi non interessino più a nessuno tra i palazzi istituzionali, seppur sin dalla prima ora si erano moltiplicate le candidature di archeologi di tutta Europa per avviare una campagna di ricerca in un territorio che è considerato una vera e propria miniera storica. Reggio, città delle contaminazioni? Nel penultimo numero de L’Avvenire di Calabria, uscito domenica scorsa (15 aprile 2018) poneva l’accento su questa peculiarità, come fattore di sviluppo reale per un territorio a cui manca una vision chiara per il futuro. Se, però, il punto di partenza è il contenzioso immobilizzante di Piazza Garibaldi, c’è un concreto rischio di veder naufragare questa ipotesi che è fortemente connaturata nella storia genetica della città calabrese.

Aggiornamento. La denuncia di Casapound: «Assurda la scelta di interrare gli scavi di Piazza Garibaldi»

«Mentre altre città riescono a valorizzare qualsiasi cosa - spiega Malaspina, portavoce reggino di CasaPound Italia - Reggio Calabria vince il primato della mancanza di cultura, di visione, di strategia, di progettazione. Vergognosa in questo senso la notizia appresa dai commercianti di Corso Sud, cioè che gli scavi di Piazza Garibaldi, verranno interrati. A due anni dai ritrovamenti archeologici in Piazza Garibaldi, giudicati di notevole importanza dalla Soprintendenza archeologica, non si è potuto che registrare l’assenza ad ogni livello della classe dirigente reggina. In due anni gli scavi sono diventati fosse a cielo aperto, ricettacolo di immondizia e l‘intera piazza, che dovrebbe essere il biglietto da visita per chi arriva alla Stazione Centrale, ridotta in una situazione di abbandono e degrado mai vista prima, priva di servizi non solo al viaggiatore ma anche al cittadino, pregiudizievole finanche alla sicurezza dei passanti. Quale città - conclude l'esponente di CasaPound - ha la possibilità di avere una stazione di rilevanza storico/architettonica con antistante un parco archeologico? Siamo basiti di fronte a tanto pressapochismo».

 

Fonte foto: web/simone pizzi

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