Avvenire di Calabria

Don Mimmo Battaglia è vescovo

Il motto scelto dal neo presule: "Coraggio! Alzati ti chiama"

Il 2 ottobre, prenderà possesso delle diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, in Campania

Raffaele Iaria

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Don Mimmo Battaglia è Vescovo. Sabato scorso, in una affollata Cattedrale di Catanzaro ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Tra un mese, il 2 ottobre, prenderà possesso delle diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, in Campania. Ad ordinarlo, l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, con altri quattro consacranti principali: monsignor Michele De Rosa, amministratore apostolico di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, e gli arcivescovi emeriti della diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Antonio Cantisani e monsignor Antonio Ciliberti. Presenti anche diversi vescovi Calabresi e Campani, unitamente al clero, a numerosissimi laici provenienti dalle due regioni oltre a rappresentanti delle istituzioni. “L’ordinazione episcopale è un evento dello Spirito che plasma il chiamato a immagine del buon pastore affinché ne diventi segno e strumento in mezzo al suo popolo per l’azione del suo Santo Spirito; è fonte di grazia, è un dono divino”, ha detto monsignor Bertolone nella sua omelia e rivolgendosi al neo vescovo: “Caro don Mimmo sei chiamato ad un impegno più grande e più gravoso di quelli che finora hai svolto egregiamente. Adesso porta in Campania il meglio della tua Calabria! Sii come un pollone che staccato da questa Chiesa particolare vieni innestato nella diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti per dirigerla. Offri alla povera gente tutto ciò che sei e hai, sii per loro fiume di benedizione e gloria di questa arcidiocesi che ti è stata e ti è madre”. Ricordando il motto scelto dal neo presule – “Coraggio! Alzati, ti chiama” – monsignor Bertolone, rivolgendosi a monsignor Battaglia ha sostenuto: “Tu, che per oltre 20 anni hai presieduto il Centro calabrese di solidarietà, conosci bene cosa vogliano dire termini come solidarietà, fraternità, servizio da esercitare oggi nelle strade, in una Chiesa aperta che sappia andare, uscire, essere ospedale da campo, traducendo il Vangelo in carezze infinite, in percorso esistenziale all’interno di noi stessi, viaggio scomodo, doloroso a volte, alla riscoperta della nostra umanità e fragilità, come ci ripete Papa Francesco”.

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