Avvenire di Calabria

Francesco questa mattina è tornato a parla del tema mafia e lo ha fatto durante l’udienza generale

Il Papa ai mafiosi: «Non hanno speranza»

Raffaele Iaria

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Papa Francesco questa mattina è tornato a parla del tema mafia e lo ha fatto durante l’udienza generale in piazza San Pietro durante una meditazione sulla speranza cristiana a partire dalla Prima lettera di Pietro. “I mafiosi - ha detto il Papa - pensano che il male si può vincere col male e così fanno la vendetta, fanno tante cose che noi tutti sappiamo, ma non conoscono cosa sia umiltà, misericordia e mitezza, e perchè i mafiosi non hanno speranza”. Tenete presente questo, una persona che non ha speranza non riesce a perdonare, non riesce a dare la consolazione del perdono e avere la consolazione di perdonare”, ha spiegato il pontefice invitando a leggere la Lettera dell’Apostolo Pietro che spiega il senso della speranza dei cristiani. “Bisogna leggerla una, due, tre volte, per capirla questa carica straordinaria”. Per Papa Francesco “se accettiamo di soffrire per il bene, è come se spargessimo attorno a noi semi di risurrezione, semi di vita”, e “la benedizione - ha rimarcato - non è una formalità , non è solo un segno di cortesia, ma è un dono grande che noi per primi abbiamo ricevuto e che abbiamo la possibilità di condividere con i fratelli”. Quando Pietro chiama "beati" quanti dovessero "soffrire per la giustizia", ha spiegato papa Bergoglio, "non è solo per una ragione morale o ascetica, ma è perchè ogni volta che noi prendiamo la parte degli ultimi e degli emarginati o che non rispondiamo al male col male, ma perdonando, senza vendetta, perdonando e benedicendo, noi risplendiamo come segni vivi e luminosi di speranza, diventando così strumento di consolazione e di pace, secondo il cuore di Dio”. E rivolgendo un pensiero ai giovani li ha invitati a mettersi alla scuola di san Vincenzo Ferrer, predicatore domenicano: alla sua scuola “imparate a parlare con Dio e di Dio, evitando il parlare inutile e dannoso”. E poi il ricordo dell’attentato nella metropolitana di San Pietroburgo e l’appello per la Siria che sta vivendo una “inaccettabile strage”. “Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria”, ha detto il Papa, esprimendo la sua “ferma deplorazione per l’inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini”. “Prego per le vittime e i loro familiari e faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra”. Da quo l’incoraggiamento del pontefice agli “sforzi di chi, pur nell’insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione”.

Articoli Correlati