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Servono i cattolici in politica?
Alcune riflessioni dopo la 50ª Settimana Sociale
Non fosse per il tempo che stiamo vivendo, Francesco avrebbe incontrato tutti gli oltre 700 delegati dell’Ac alla XVII Assemblea nazionale. Proprio per questo non possiamo non trasmettere a tutti, anche da queste pagine, la gioia di un incontro. L’incontro con uno sguardo. Lo sguardo del Papa è da vicino, se possibile, ancora più intenso e penetrante. È uno sguardo che sorride. Un volto che sorride, che mette ciascuno a suo agio, come se fossimo a casa con un amico, che manda luce senza bisogno dei fari posticci delle star televisive del momento.
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Il suo discorso è tutto da leggere e meditare (https://bit.ly/3y1EWyt); sicuramente sarà fondamento del cammino associativo del prossimo triennio. Per quanto possiamo testimoniare, contano anche i gesti con cui il Papa accompagna
le sue parole. Come quando, per ribadire la necessità del cammino sinodale della Chiesa italiana, solleva lentamente le braccia per sottolineare che sarà un percorso «che incomincerà da ogni comunità cristiana, dal basso, dal basso, dal basso fino all’alto».
Da laici, coppia, e in questa fase di transizione della vita diocesana, ci piace poi sottolineare alcuni passaggi che ci hanno particolarmente colpito. Uno associativo/ecclesiale: il Papa ci invita a non piegare alla logica degli organigrammi e del funzionalismo la creatività e il disordine del Vangelo, per essere docili allo Spirito che fa chiasso e ci rende rivoluzionari come rivoluzionario è stato Cristo.
Ancora: la pandemia dev’essere occasione per «ripensare insieme quale tipo di umanità vogliamo essere, quale terra vogliamo abitare, quale mondo vogliamo costruire». Francesco riprende il tema centrale dell’ecologia integrale, cui anche come Ac siamo chiamati a contribuire con competenza, passione, responsabilità, imparando ad essere «con tutti e per tutti» ( Evangelii Gaudium, 273). Infine: nella tradizione del Concilio, Francesco ribadisce che la voce dei laici va ascoltata «per diritto, non per concessione». È un messaggio chiaro e assolutamente non rivendicativo, anche
perché poco prima ci avvertiva del rischio di una promozione del laicato come ridotta ad un loro maggiore coinvolgimento nelle «cose dei preti»; la clericalizzazione, appunto. E invece, ci dice, «voi non avete bisogno di diventare qualcosa di diverso da quello che siete per il Battesimo. La vostra laicità è ricchezza per la cattolicità della Chiesa, che vuole essere lievito, sale della terra e luce del mondo». Con una bella risata, abbiamo pensato insieme, di don Lillo Spinelli da Lassù.
* Responsabili nazionali Ac Area famiglia e vita
Il Pontefice pronunciò parole forti contro i mafiosi e di speranza per i giovani. Frasi ancora attuali che rappresentano un invito a un rinnovato impegno per il bene comune.
Riprende oggi il viaggio del presule nelle zone pastorali dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. Questa mattina l’incontro con il presbiterio presso il Santuario del Volto Santo di San Gaetano Catanoso.