Avvenire di Calabria

Il Papa sul presepe: «Dio si abbassa alla nostra piccolezza»

Francesco ha fatto visita alla «patria del presepe», a Greccio, dove ha firmato anche una lettera apostolica sul significato del presepe "Admirabile signum"

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Papa Francesco ha fatto visita alla «patria del presepe», a Greccio, dove ha firmato anche una lettera apostolica sul significato del presepe Admirabile signum. dopo san Francesco di Assisi ha voluto realizzare la prima rappresentazione sulla nascita di Gesù, ha detto che qui «siamo chiamati a riscoprire la semplicità».

E quindi la firma della lettera "Admirabile signum" nella quale evidenzia come «fin dall’origine francescana, il presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo nella via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla croce. È un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi». Il presepe «è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura». Occorre sostenere questa «bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe» come pure la «consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze. È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza». Il Papa si augura che questa «pratica non venga mai meno» anzi spera che «là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata». Il pontefice, quindi, si sofferma sull’origine del presepe, che «trova riscontro anzitutto in alcuni dettagli evangelici della nascita di Gesù a Betlemme».

«Mangiatoia», infatti, in latino si dice Praesepium, e il fieno, nutrimento per gli animali, «diventa il primo giaciglio per Colui che si rivelerà come il pane disceso dal cielo». Una simbologia, questa, che insieme ad altri Padri aveva colto già Sant’Agostino, quando scriveva: «Adagiato in una mangiatoia, divenne nostro cibo». Il presepe «suscita tanto stupore e ci commuove» perché «manifesta la tenerezza di Dio», il Creatore dell’universo che «si abbassa alla nostra piccolezza», scrive ancora papa Francesco sottolineando che preparare il presepe «nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme»: «Naturalmente, i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e meditare quell’Avvenimento; tuttavia, la sua rappresentazione nel presepe aiuta ad immaginare le scene, stimola gli affetti, invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza, contemporanei dell’evento che è vivo e attuale nei più diversi contesti storici e culturali».

Articoli Correlati