Avvenire di Calabria

La vera sfida, infatti, non è meramente trasferire delle competenze più o meno specifiche, ma formare gli adulti di domani

Il patto educativo inscindibile tra mamma, papà e i docenti

Redazione Web

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di Francesca Giurleo - Da sempre la famiglia è considerata il primo contesto formativo del bambino ed al contempo, la scuola il primo luogo di socializzazione in cui la formazione viene messa a sistema. Nel momento in cui il bambino entra a scuola avviene, tra genitori e insegnanti, un primo confronto nel tentativo di “educare”, ossia di tirar fuori, valorizzare tutte quelle potenzialità che gli permetteranno di affrontare nel miglior modo possibile la vita.

La scuola e la famiglia, pur essendo contesti differenti tra loro, si trovano dunque ad avere il medesimo obiettivo educativo, ma a volte differenti visioni dell’idea di bambino. Ciò che risulta fondamentale per ciò che concerne il ruolo dei genitori nel processo di accompagnamento scolastico dei figli, è sicuramente una azione combinata tra famiglia e istituzione scolastica di tutti gli ordini ed i gradi. Pertanto, si evidenzia, nell’ attuale contesto sociale scuola–famiglia, la necessità di una “Politica della sussidiarietà”, ossia di una interazione a più livelli dove genitori e docenti cooperino oltrepassando le linee di demarcazione del rispettivo “campo d’azione”. Gli strumenti educativi a disposizione dei genitori e dei docenti sono diversi ma il fine è il medesimo: lo sviluppo integrale del bambino e la sua integrazione nel contesto sociale. Al fine di attuare tale “Politica della sussidiarietà” è necessario che i genitori assumano un atteggiamento di incoraggiamento, supporto, individuazione e stimolo delle competenze scolastiche dei loro figli, utilizzando, per quanto possibile le stesse modalità impiegate a scuola, allo scopo di valorizzare l’operato degli insegnanti. Allo stesso modo, i docenti in quanto educatori giocano un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo della personalità dei ragazzi.

Pertanto è auspicabile che si facciano mediatori di valori come la proattività nel raggiungimento degli obiettivi o la lealtà con i compagni che saranno futuri colleghi di lavoro e di principi come lo zelo per lo studio e la dedizione al lavoro intellettuale e manuale. Fondamentale è non sminuirne (per quanto possibile) il ruolo e l’autorevolezza dei docenti, al fine di utilizzare un codice educativo univoco e concorde, evitando di destabilizzare il giovane con atteggiamenti sanzionatori non mirati alla sua edificazione. Parimenti, per ciò che riguarda l’atteggiamento della scuola con riguardo all’alunno, è utile che gli insegnanti mettano in atto atteggiamenti e caratteristiche presenti in una famiglia. È fondamentale aiutare e sostenere i nostri ragazzi, non solo ad acquisire conoscenze e competenze ma soprattutto imparare a” saper essere” gli adulti di domani, operando scelte non solo per se stessi, ma per il bene della comunità.

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