
La Resistenza “bianca”: il volto dei cattolici nella Liberazione
La Festa della Liberazione è occasione per riscoprire l’impegno spesso dimenticato dei cattolici nella Resistenza
Oggi, più che mai, è necessaria una riflessione su un problema che appassionò la sua generazione di preti – e lo stesso don Primo Mazzolari – quello, cioè, della legittimazione della partecipazione dei cattolici in generale, e dei sacerdoti in particolare, alla resistenza armata al nazifascismo. Illuminanti, al riguardo – sia pure attraverso un testo narrativo, il bellissimo romanzo sulla Resistenza di Luisito Bianchi. La messa dell’uomo disarmato – le parole messe in bocca a don Benedetto, uno dei protagonisti del romanzo, il monaco coinvolto, suo malgrado, nel dramma della guerra: «Ho celebrato la messa col dubbio, mai prima sperimentato, se mi fosse lecito, in questo tempo di morte voluto dagli uomini, rinnovare la memoria della morte di Cristo come segno efficace d’amore e di riconciliazione. Può il sangue di riconciliazione sovrapporsi a quello della divisione, quasi a confermare e legittimare quest’ultima? Sarebbe molto più semplice che io dicessi: riprenderò a celebrare a guerra finita; adesso afferro anch’io un’arma perché la pace, conquistata a prezzo non solo di sangue ma anche di rinuncia alla messa, mi consenta di celebrare la riconciliazione».
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