Avvenire di Calabria

Un momento di incontro e di cultura tra due Festività Mariane

Il ritorno del teatro al Parco della Mondialità

Redazione Web

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di Marinella Catalano - Organizzata dall’Associazione culturale cristiana Alba Phoenix, dall’8 al 12 agosto di quest’anno si è svolta, al Parco della Mondialità in Gallico Superiore, una rassegna teatrale in vernacolo suggestivamente intitolata “In scena sotto le stelle”, che ha visto alternarsi sul palco cinque compagnie amatoriali e la presenza davvero sorprendente di un pubblico partecipe e divertito. La data della manifestazione è stata accuratamente scelta dagli organizzatori perché si incastonasse, in modo discreto e significativo, tra due importanti festività mariane di antica tradizione espressive di una pietà popolare molto sentita nella Vallata del Gallico: la prima è quella in onore di S. Maria di Porto Salvo in Gallico Marina, di grande suggestione per i fedeli (ma nono solo!) specie per il rito seguitissimo della processione sulla via del mare; l’altra, quella di Maria SS. della Grazia, rappresenta da tempo immemore il “cuore pulsante” della fede di quanto vivono in questo territorio. Il luogo che ha ospitato le cinque serate della rassegna, ricco ancora oggi di vita e di bellezza, è stato a lungo - in un passato non lontano - sede di una indimenticata Settimana Teatrale la cui realizzazione, resa possibile dall’impegno infaticabile di un validissimo gruppo di Gallicesi, rimane una piccola “perla” preziosa nella recente memoria storica della Vallata stessa. E se diversi sono indubbiamente sia il tempo che le persone cui si deve l’iniziativa attuata quest’anno, un dato che accomuna le due manifestazioni è la volontà condivisa di creare, oggi come allora, una felice occasione di aggregazione, divertimento e fervida animazione di un territorio che, spesso inascoltato e per molti aspetti carente sia di attenzione che di servizi, avverte indubbiamente il bisogno di stimoli e di risposte valide per la crescita del bene comune.

Con questa iniziativa l’Associazione Alba Phoenix, piccola per dimensione ma fortemente radicata in una comunanza profonda di ideali e di valori, ha inteso offrire una particolare opportunità di incontro, privilegiando quella modalità unica ed efficace di interazione con la gente che proprio il teatro, da sempre, riesce mirabilmente a concretizzare. Cinque serate. La prima è stata animata proprio dal gruppo teatrale di Alba Phoenix, che ha messo in scena una esilarante commedia, “L’amuri, s’è perfettu, cumbogghia ogni difettu”, che chi scrive ha rielaborato da un lavoro di Calogero Maurici, arricchendolo di caratterizzazioni inedite e di brani musicali coerenti con quanto raccontato. Altre quattro compagnie si sono poi esibite nelle serate seguenti, ciascuna mettendosi in gioco con un copione diverso e con le proprie peculiarità interpretative.: l’Associazione Libero Teatro di Arghillà, con “Le tre Marie” di Valerio di Piramo; la Goliardia Diminnitota, di Diminniti, con “Me soggira si voli fari zita” di Calogero Maurici; l’Associazione Francesco Amendolea – Gruppo Angela Barbaro, di Archi, con una accurata rivisitazione di “La lettera di mammà” di Peppino de Filippo; e la compagnia I Funamboli Plus, sempre di Archi, con la notissima commedia di Antonio Russo Giusti “L’eredità dello zio canonico”, il cui inizio è stato posposto di mezz’ora rispetto alle serate precedenti per dare l’opportunità a quanti lo volessero di partecipare alla processione che porta tradizionalmente l’effigie della Madonna della Grazia dal Santuario a Lei intitolato fino alla Parrocchia di S. Maria di Porto Salvo in Gallico Marina.

Si è trattato, per l’Associazione Alba Phoenix, della prima esperienza e, come sempre avviene in questi casi, abbiamo sperimentato lungo il percorso punti inconfutabili di forza e qualche immancabile punto di debolezza, di natura essenzialmente logistica, al quale siamo riusciti – insieme – a far fronte tempestivamente. Quanto ai punti di forza, dobbiamo evidenziarne in particolare tre: innanzitutto la risposta sorprendente ed incoraggiante del pubblico, numerosissimo la prima serata (oltre 400 persone!), ma ampiamente presente anche in quelle successive; in secondo luogo, l’afflato cordiale e sinergico che si è creato tra le diverse compagnie e che si è tradotto concretamente nella messa in comune di mezzi, strumenti, competenze e talenti; infine, ma non meno importante, l’ospitalità offertaci dai Padri ed in particolare da Padre Gianni Biancotto, Rettore del Santuario, al quale siamo particolarmente grati per aver accolto sin dall’inizio la proposta della rassegna leggendola chiaramente come una felice opportunità di aggregazione e di crescita per il nostro territorio e per la nostra gente.

Come è naturale che avvenga a conclusione di un evento ben riuscito, ci viene chiesto da molti quali siano le prospettive future per la manifestazione avviata quest’anno. In realtà, dopo questa esperienza, per la nostra associazione è tempo di curare l’ordinarietà irrinunciabile di alcuni impegni che ci contraddistinguono, quali ad esempio il periodico TRAleRIGHE ed il servizio mensa ai bisognosi e senza fissa dimora che offriamo, ogni secondo giovedì del mese, presso i locali siti nell’area del Seminario Arcivescovile della città. Ma vogliamo rispondere alla domanda con le stesse parole di congedo rivolte al pubblico, nell’ultima serata: «Quest’anno abbiamo gettato un seme in un terreno che si è rivelato meravigliosamente fertile. Un seme che vogliamo coltivare con la cura che merita, perché possa portare frutti buoni per il futuro.» Allora, che dire? Vi aspettiamo tutti il prossimo anno!

 

 

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