Avvenire di Calabria

Unico portabandiera, il poliziotto Antonio De Simone, volontario delle Misericordie d’Italia

Il soccorritore reggino a Panama: «Emozioni uniche»

Francesco Creazzo

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Anche la città di Reggio è stata rappresentata alla Giornata mondiale della gioventù che si è conclusa domenica a Panama. Unico portabandiera, il poliziotto Antonio De Simone, volontario delle Misericordie d’Italia che è stato selezionato tra decine di operatori per la sua esperienza nelle attività di primo soccorso, entrando così a far parte dell’esercito di “angeli custodi” incaricati di assistere e proteggere i 700mila giovani accorsi da tutto il mondo per ascoltare le parole di papa Francesco ed entrare a far parte di un momento ecclesiale che da 37 anni costuituisce una tappa fondamentale nel cammino della Chiesa.

Antonio, che ruolo hai avuto a Panama?

Soccorritore avanzato in quanto istruttore Blsd, in supporto ai Bomberos, i locali Vigili del fuoco. A noi era affidato un intero settore: eravamo in 41, di cui 5 supervisori e 36 operatori suddivisi in 9 squadre da 4 volontari, con borsone sanitario e defibrillatore. In caso di malore dei pellegrini, intervenivamo in soccorso. Le Misericordie d’Italia hanno portato ben 14 zaini con defibrillatore. Un contributo importante.

Sei l’unico reggino che ha partecipato alla Gmg di quest’anno, che effetto ti fa?

Le Misericordie hanno selezionato solo due persone per la Calabria, un collega della provincia di Cosenza ed io. Che dire: da una parte l’emozione di partecipare ad un evento importante come la Gmg, unito alla soddisfazione di poter rappresentare la mia città hanno reso il tutto un’esperienza speciale.

Decine di migliaia di giovani da tutto il mondo. Che sensazione dà il sentirsi parte di un evento così internazionale?

Le sensazioni che si provano ad essere parte integrante ed attiva in un contesto internazionale sono praticamente indescrivibili, si ha però da subito la consapevolezza che si tratta di un’esperienza che rimane indelebile dentro ognuno dei partecipanti.

Le parole del Papa hanno richiamato i giovani all’unità della Chiesa. Che cosa porti con te a Reggio e nel tuo lavoro delle provoca- zioni del Santo Padre?

Più che provocazioni, il Pontefice ha ricordato ai giovani che sono loro le fondamenta della Chiesa di oggi che guarda al domani, bisogna rendersi conto di avere la responsabilità come uomini cristiani di essere Chiesa nel mondo.

Che aneddoti puoi raccontarci per farci vivere l’atmosfera della Gmg?

Ti racconto un episodio che mi ha emozionato davvero tanto: durante un turno di servizio lungo la Cinta Costera, mentre ero nella mia postazione ad osservare il pubblico, mi passa davanti un padre con la bimba, mano nella mano. Improvvisamente, la bambina si ferma e tira la mano al padre per farlo smettere di camminare, il padre la guarda per capire il perché e lei indica con il dito verso di me, a quel punto il papà le lascia la mano e la bimba viene da me. È stato un momento unico. Anche questo è la Gmg, un momento pieno di incontri.

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