Avvenire di Calabria

Il mercoledì santo accanto a chi è nella prova

Il vescovo incontra gli operai del Porto di Gioia Tauro

Milito si è soffermato sul tema della “Dignità della persona umana”

Redazione Web

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Nella tarda mattinata del 12 Aprile, mercoledì santo, il vescovo Francesco Milito si è recato presso il Porto di Gioia Tauro per presiedere un momento di preghiera in preparazione alla Pasqua con dirigenti e operai e per una riflessione sul difficile periodo lavorativo in corso. Affiancato dal cappellano, mons. Ermenegildo Albanese, e alla presenza dei parroci di Gioia Tauro, mons. Milito ha tenuto una breve meditazione sui testi offerti per mezzo di un libretto ai partecipanti, tratti dal magistero pontificio e dal compendio della dottrina sociale della Chiesa.

In particolare, il vescovo si è soffermato sul tema della ‘dignità della persona umana’, sui ‘problemi del mercato globale’, sulla ‘mobilità lavorativa’ e sul ‘compromesso con il male nel giudizio finale’. Temi che vedono, in queste ore di trattative, il fondamento del dialogo alla base della ricerca della verità sul Porto e il suo destino. Al termine della preghiera, il presule ha incontrato i lavoratori durante il cambio del turno per far loro presente l’interessamento e la vicinanza della Chiesa diocesana alle vicende portuali esprimendo loro il desiderio di ascolto e di confronto.

Il Vescovo si è soffermato su tre punti: «conoscere effettivamente la verità sulla situazione del porto; la ragione – intesa come bene comune – deve avere la meglio sulle ragioni – intese come interessi personali; da tutte le parti interessate occorre anzitutto tenere conto della dignità della persona umana, in vista del bene del futuro del Porto». E continuando: «Mi piange il cuore quando passo accanto al Porto nel vedere non una ‘cattedrale nel deserto’, perché il Porto funziona. Bensì dei ‘deserti attorno alla cattedrale’. Se tutto andrà come si prospetta, da inizio luglio si attiverà per tre anni l’Agenzia del Porto che assorbirà i lavoratori in cosiddetto esubero. Mi auguro e spero che non siano questi tre anni di sonnolenza o di contentini. In questi tre anni vi è l’obbligo, da entrambe le parti, di lavorare affinché il problema non si procrastini nel tempo, ma si risolva appieno».

E concludendo: «Auspico che nessuno resti senza stipendio e tutto ciò che è possibile per costruire ed incrementare la potenza lavorativa del Porto si faccia. Buona e Santa Pasqua a tutti».

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