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«Educatori sociopolitici». L'impegno dei padri gesuiti a Reggio Calabria. Padre Sergio Sala ci fa conoscere da vicino la famiglia dei gesuiti che vivono sullo Stretto. Accanto all'esperienza di accompagnamento pastorale della Chiesa degli Ottimati c'è un impegno per la città.
Vicentino d’origine, dopo 13 anni a Napoli, padre Sergio Sala è il referente della comunità dei gesuiti a Reggio Calabria. «Sono qui da due anni e mezzo; - dice il religioso raccontando l’esperienza in riva allo Stretto coincisa quasi per intero col tempo della pandemia - ho trovato una realtà molto interessante, con una storia articolata, da conoscere e ho avuto modo di entrare con calma, studiandola senza pregiudizi e apprezzando le bellezze della Calabria».
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La Compagnia di Gesù conta quattro sacerdoti in riva allo Stretto: oltre padre Sergio Sala, ci sono padre Sergio Ucciardo, rettore della Chiesa degli Ottimati (di cui vi proponiamo un’intervista in un’altra parte della pagina), padre Francesco Lupo e padre Tonino Taliano. A loro si è aggiunto un seminarista vicentino che sta portando avanti un anno di tirocinio pastorale.
Oltre alla cura della Chiesa degli Ottimati, padre Sala spiega l’azione dei gesuiti in modo singolare: «Siamo degli educatori, non solo dal punto di vista pastorale, ma anche umano e sociopolitico». Partendo da questo assunto, la comunità dei gesuiti ha proposto una serie di incontri di riflessione sul tema della gestione dei rifiuti. «Sia per stimolare la classe politica che la cittadinanza per una vera educazione ambientale».
Padre Sala - che è anche l’assistente della Cvx reggina - spiega come la stessa famiglia gesuita abbia “adottato” una «raccolta differenziata con 18 tipologie di rifiuto». Un piccolo gesto che educa sé stessi e gli altri.
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A proposito di impegno sociopolitico, visitando la Chiesa degli Ottimati incrociamo la direttrice dell’Istituto diocesano di formazione sociopolitica “Monsignor Antonio Lanza”, Magda Galati. La sua presenza in quei luoghi, però, non è casuale: «L’Istituto prende avvio, oltre trent’anni fa, - esattamente nel 1991 - dall’intuizione di un gesuita, padre Vincenzo Sibilio di concerto con l’allora arcivescovo metropolita, monsignor Vittorio Luigi Mondello, che vollero proporre un approfondimento dei temi sociopolitici».
Un impegno che non si è fermato durante la pandemia: la cifra dell’agire del “Lanza” è rintracciabile nella ferma volontà di superare una informazione/formazione basata «sul sentito dire, ma proponiamo uno studio dei documenti come base dell’analisi della realtà per avere un confronto che sia concreto e partecipativo», conclude Galati.
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