Avvenire di Calabria

Incendi boschivi, l’Ente Parco d’Aspromonte avvia il progetto “Pastori custodi, esperienziali ed enogastronomici”

di Redazione Web

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I giorni scorsi abbiamo dovuto affrontare quella che in gergo viene definita una “ondata anomala di calore”, una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria insieme.

Se il cambiamento climatico è un fatto ormai scontato e, come tale, presuppone idonei piani e interventi di prevenzione e lotta, specialmente nel settore degli incendi e degli incendi boschivi, è vero pure che le temperature hanno raggiunto in questo mese di luglio livelli mai prima registrati, che hanno messo a dura prova i servizi di tutela in tutta Europa, con punte drammatiche in Sicilia e in Calabria.


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Tuttavia, alcuni “osservatori”, la denominazione è un eufemismo, per nulla suffragati da dati e rilevazioni obiettive, hanno sin da subito attribuito ogni responsabilità all’attuale Governance dell’Ente Parco Nazionale Aspromonte, rivendicando un passato glorioso, un tempo paradisiaco di celestiale rapporto tra uomo e natura, quasi mitico, che ignora o meglio fa finta di ignorare le incrostazioni criminali presenti a vario titolo nel territorio aspromontano e le oggettive difficoltà di intervento specie in occasione di eventi così straordinari.

Le statistiche ufficiali - tratte da fonti attendibili e scientifiche (fonte: European Forest Fire Information System, denominato EFFIS)- almeno per quanto riguarda l’area protetta, evidenziano un trend ciclico costante nel tempo, chiaro e incontrovertibile. Abbiamo avuto picchi nel 2008, nel 2012, nel 2017, fino a giungere al tragico luglio 2021, con periodi successivi in evidente e chiaro recesso, in un alternarsi di Presidenti, VicePresidenti e Commissari, anche di livello Ministeriale. Invitiamo tutti a prenderne visione.

Nell’ultima decade del mese di luglio di quest’anno, in piena “ondata di calore”, secondo i dati del Dipartimento Protezione Civile della Regione Calabria-Nucleo USA (a rilevazione aerea mirata), nessun incendio boschivo ha interessato l’area protetta ad esclusione di un evento in località Polsi non distruttivo ma di “sottobosco”, su cui Calabria Verde e i Vigili del Fuoco, con largo impiego di mezzi aerei, nonché di gruppi di volontari attivati dal Comune di San Luca e dal Parco, sono prontamente intervenuti salvaguardando quei boschi di Leccio e Pino con danni residuali.

Il grafico degli eventi incendiari verificatisi tra il 1° gennaio 2023 ed il 25 luglio corrente (lo si allega per quanti vogliono documentarsi senza pregiudizi), conferma in pieno le presenti osservazioni. Prescinderne vuol dire voler ignorare la realtà per pretestuosi quanto ambigui interessi, tesi, non si sa perché e per come, a fare del Parco Nazionale Aspromonte, a tutti i costi e contro ogni oggettiva valutazione, un capro espiatorio.

Infatti, si è gridato contro l’Ente Parco, anche per incendi in massima parte fuori area protetta, come dire, “a prescindere”: a prescindere dalle competenze in materia, a prescindere dalle possibilità di intervento, considerate le esigue risorse di bilancio, a prescindere dalle funzioni attribuite dalla legge, che escludono responsabilità dell’Ente, a prescindere da dove sia avvenuto l’evento, e persino a prescindere dalle iniziative concrete poste in essere dal Parco, nuove o pregresse, i famosi “contratti di solidarietà”, per di più identiche a quelle adottate nel c.d. “glorioso passato”.

Un atteggiamento, che se non deriva da scarsa conoscenza, non può che attribuirsi a ipocrisia o mala fede.

La mappa degli incendi dal 1 gennaio al 25 luglio 2023

Del resto, con determinazione n. 185 del 17 maggio 2023 l’Ente ha avviato il proprio “Sistema di sorveglianza preventiva in tempo reale” – i famosi contratti di responsabilità – con l’attribuzione delle 16 zone di suddivisione del territorio ad altrettante associazioni ed enti di protezione civile e del terzo settore. Non solo con Decreto del Presidente n. 2 dello scorso 18 luglio è stata raggiunta un’intesa con l’Associazione Regionale Allevatori per l’avvio del progetto, tanto auspicato dai predetti “osservatori”, denominato “Pastori custodi, esperienziali ed enogastronomici”, volto a valorizzare l’antica cultura della transumanza e sensibilizzare il territorio al rispetto ed alla difesa della natura e della montagna.

L’Ente, inoltre, ha avviato da tempo, l’aggiornamento delle pianificazioni di settore con l’acquisizione di contributi scientifici di assoluto rilievo, che porteranno a breve ad un più incisivo quadro di riferimento. A Canolo, d’intesa con il Comune, è stata autorizzata una piattaforma per potenziare l’intervento aereo in funzione di soccorso pubblico e di servizi antincendio.

Tutto ciò mentre, proprio oggi, l’Ente ha introdotto in natura nell’ambito del progetto LIFE Milvus per il ripopolamento in area protetta di specie scomparse di otto Nibbi reali in Aspromonte.
Il che non deve indurre ad abbassare la guardia, sappiamo che ogni incendio, come dimostrano i dati appena evidenziati, è una storia a sé e che occorre sviluppare, al di là delle facili polemiche, che altro non fanno che gettare benzina sul fuoco, ulteriori sinergie tra enti e tra pubblico e privato, cui questo Ente Parco non si sottrarrà. La “Madre di Polsi”, invocata pubblicamente da questi incauti “osservatori”, avrà memoria anche di loro.

Nota stampa diramata dall'Ente Parco d'Aspromonte

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