Avvenire di Calabria

Il giovane presidente della massima assise regionale non si è tirato indietro nel giudicare la situazione attuale

Irto al Partito Democratico calabrese: «Riorganizziamoci»

Federico Minniti

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Estratto dell'intervista pubblicata oggi - domenica 25 giugno 2017 - su L'Avvenire di Calabria (trovi qui la versione digitale > goo.gl/5xrxDt ).

Tantissimi i temi trattatati: dai lavori del Consiglio Regionale alle emergenze della città di Reggio Calabria, come l'Aeroporto sullo Stretto e la macchina dell'accoglienza dei migranti. Ma il giovane presidente della massima assise calabrese non si è tirato indietro nel giudicare la situazione attuale del suo partito, il Pd.

Sembra che nel Partito Democratico, soprattutto in Calabria, non ci sia poi una situazione così serena. Lei come la giudica?
La verità è che il Pd deve ritrovare una connessione autentica con i territori di Calabria. Lo dico chiaramente: bisogna riorganizzarsi. A partire dai circoli per coinvolgere nuovamente la base degli iscritti. Un modus operandi che ultimamente è mancato.  

Questo al suo interno, ma le ultime amministrative registrano un calo dell’appeal generale. Lei come vede questo dato?
Bisogna tornare a dialogare con i corpi intermedi: con le organizzazioni sindacali, ma anche con le imprese; con il proprio tessuto associativo di riferimento, ma anche con la Chiesa. Insomma riuscire ad essere la «cinghia di trasmissione» tra la proposta politica e la società in tutte le sue sfaccettature. Ciò che deve essere allontanato è il rischio di essere un partito di eletti.  

Bisognerebbe accelerare. Un po’ quello che i calabresi chiedono al governatore Mario Oliverio.
Parliamo di una personalità politica caratterizzata da risultati veri. Probabilmente c’è un problema di comunicazione perché stiamo facendo di tutto per rendere la Calabria moderna e migliore. Mi riferisco a leggi, i cui iter erano bloccati da oltre vent’anni, come quelle sui rifiuti e sui trasporti o vere e proprie innovazioni su scala nazionale come le disposizioni in materia di urbanistica con l’orientamento «consumo zero» del suolo.

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