Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
A poco più di sei mesi dallo scoppio della guerra e dall’evacuazione dei residenti prima dal sud e poi dal nord di Israele, sono circa 27mila gli sfollati alloggiati negli alberghi (6mila dal sud e 21mila dal nord), dai 90mila che erano all’inizio. Il Ministero del Turismo israeliano ha ospitato oltre 60.000 sfollati negli hotel, tenendo conto delle esigenze e delle richieste di ciascuno e gestito circa 15.000 richieste relative alle sovvenzioni della previdenza sociale. Sono i dati riassunti dal Ministero del Turismo di Israele e diffusi oggi inerenti all’accoglienza degli sfollati dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso. Dai dati emerge che nei mesi di ottobre e novembre 2023 sono stati evacuati circa 125.000 residenti del sud e del nord, verso luoghi più sicuri. Per dare loro un alloggio è stato creato dal ministro del Turismo, Haim Katz, in collaborazione con la Israel Hotel Association, un database di circa 50.000 camere d’albergo disponibili. Nel contempo per allentare la congestione negli alberghi e far risparmiare soldi allo Stato, il Ministero ha avviato un programma per un’indennità di soggiorno per gli sfollati che hanno scelto di non soggiornare negli alberghi. L’indennità di soggiorno era fissata a 200 Nis (shekel) per adulto (50 euro) e 100 Nis (25 euro) per bambino al giorno – per un totale di 18.000 Nis (4.450 euro) netti per una famiglia di due adulti e due bambini. Il programma ha fatto risparmiare alle casse statali circa 2,5 miliardi di shekel, poiché sarebbe stato molto più costoso ospitare gli sfollati negli hotel. Il costo sostenuto dal Ministero del Turismo israeliano per ospitare gli sfollati in albergo, infatti, è stato di 3,2 miliardi di shekel (791.000 euro). Negli ultimi sei mesi, il Ministero del Turismo ha gestito una sala di controllo civile per gli sfollati. All’inizio della guerra la sala di controllo funzionava 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e risolveva diversi tipi di problemi per gli sfollati. Questi includevano, tra gli altri, il ricongiungimento familiare, la fornitura di camere aggiuntive per bambini di età superiore ai 12 anni, l’ottenimento del consenso dell’hotel per accogliere animali domestici, la risposta alle persone con bisogni speciali e alle persone con disabilità. Ad oggi, la sala di controllo civile ha gestito decine di migliaia di richieste. Tre sono le opzioni offerte a chi è ancora sfollato: in hotel (pensione completa, con vitto, alloggio, pulizia, lavanderia); vita indipendente all’interno di una comunità con un sussidio che arriva a 4.450 euro netti al mese per una famiglia di 4 persone; una famiglia con tre bambini riceve 21.000 Nis (5.193 euro) e così via. Ciò consente agli sfollati di affittare un appartamento e anche di mantenersi. La maggior parte degli sfollati ha scelto questa possibilità. Terza opzione, la meno praticata, vivere in appartamenti in affitto a spese dello Stato senza indennità di soggiorno.
Fonte: Agensir