Ricorre oggi il 19° anniversario della barbara uccisione dell'allora vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria
La Calabria e il Consiglio regionale ricordano Franco Fortugno: «La sua morte fu attacco feroce alla democrazia»
Il presidente dell'assemblea regionale Mancuso: «Il suo sacrificio non sia vano. È compito della politica diffondere tra le nuove generazioni la consapevolezza che la lotta alla criminalità è la chiave per costruire un futuro migliore»
di Redazione Web
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Ricorre oggi il 19° anniversario della barbara uccisione di Franco Fortugno, avvenuto il 16 ottobre 2005. «Uno dei più gravi omicidi politico-mafiosi della storia d'Italia», definito non a caso dalla Direzione nazionale antimafia.
Diciannove anni fa l'omicidio di Franco Fortugno e la sfida alla 'ndrangheta dei giovani di Locri
L'allora vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, oltre che politico stimato medico e sindacalista, è stato assassinato per mano della 'ndrangheta all'interno di un seggio elettorale, durante le primarie dell'Ulivo, allestito presso Palazzo Nieddu del Rio a Locri: una delle più alte manifestazioni di partecipazione popolare e democratica alla vita politica del Paese.
Questo omicidio che ha scosso profondamente la comunità calabrese e l'intero nazione, determinò un'immediata reazione dello Stato. Ancora prima, una straordinaria e spontanea mobilitazione di massa, messa in atto soprattutto dai giovani della Locride. È rimasto impresso nella memoria collettiva lo slogan: «Ammazzateci tutti» del manifestato portato in corteo, all'indomani dell'omicidio Fortugno, da una nutrita schiera di giovani proprio a Locri, sfidando la 'ndrangheta e gli assassini dello stesso vicepresidente del Consiglio regionale. Un momento ancora oggi ricordato come «la primavera di Locri».
Il ricordo della Calabria e del Consiglio regionale
In occasione del 19º anniversario dell’assassinio di Franco Fortugno, la Calabria e il Consiglio regionale si uniscono nel ricordare un uomo che ha dato la vita per la giustizia e la democrazia. Franco Fortugno non è solo un simbolo di coraggio e impegno civile, ma rappresenta un esempio vivente di come si possa servire le istituzioni con onestà e dedizione.
«La sua morte» – afferma il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso – «è stata un attacco feroce non solo alla sua persona, ma alle fondamenta stesse della democrazia calabrese. Tuttavia, l’eredità di Franco Fortugno ci sprona a proseguire con determinazione nella lotta contro la ’ndrangheta, un male che continua a infettare la nostra terra. Per sconfiggerla» – sottolinea Mancuso – «dobbiamo sostenere l’azione di magistratura e forze dell’ordine, ma soprattutto dobbiamo alimentare una reazione collettiva e coraggiosa di tutte le componenti della nostra società».
«Il messaggio di Fortugno è chiaro: la legalità non è un ideale astratto, ma un dovere quotidiano che riguarda ciascuno di noi. «È nostro compito – conclude il Presidente del Consiglio regionale – far sì che il suo sacrificio non sia vano, diffondendo tra le nuove generazioni la consapevolezza che la lotta alla criminalità è la chiave per costruire un futuro migliore. A Maria Grazia Laganà e ai suoi figli, rivolgo, a nome dell’Assemblea legislativa, un pensiero di profonda vicinanza e solidarietà. L’Aula, che porta il nome di Franco Fortugno, continuerà a rappresentare un faro di legalità e giustizia per tutti noi».
16 ottobre 2005, una data difficile da dimenticare
Il 16 ottobre 2005 presso Palazzo Nieddu, poco fuori dal seggio allestito per le primarie dell’Unione, Franco Fortugno era intento a parlare con alcuni concittadini quando, alle 17.30, un sicario ‘ndranghetista fece fuoco ferendolo mortalmente con più colpi di una calibro 9.
L’ostacolo al soddisfacimento di interessi politico-affaristici degli appartenenti alle famiglie ‘ndranghetiste della Locride - rappresentato dalla stessa elezione al Consiglio Regionale di Francesco Fortugno e dalla sua azione politica ispirata ai principi di legalità e giustizia - è da considerarsi il movente dell’efferato atto criminale.
Al funerale intervennero le più alte cariche dello Stato, tra le quali, l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. In occasione del decimo anniversario dalla scomparsa, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ebbe modo di sottolineare: «Resistere e reagire con fermezza ad ogni forma di malaffare, di condizionamento e di connivenza è il modo migliore per ricordare» (…)
«Motivo di fiducia è l'impegno contro le mafie di tanti giovani che grazie anche all'attiva partecipazione a percorsi di educazione alla legalità promossi dalle scuole hanno maturato la consapevolezza che per la Locride, come per l'intero Paese, le prospettive di sviluppo sociale ed economico passano attraverso una piena e diffusa adesione ai principi di legalità e di giustizia. Con questo spirito desidero far giungere alla famiglia Fortugno espressioni di vicinanza».
Il 3 ottobre 2012 la Corte di Cassazione ha definitivamente confermato l’ergastolo ai responsabili dell’assassinio del Vicepresidente Fortugno appartenenti alla famiglia dei Marcianò di Locri. Lo Stato ha onorato il sacrificio di Francesco Fortugno con il riconoscimento concesso dal Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso di cui alla legge n. 512/1999 a favore dei suoi familiari, costituitisi parte civile nel processo.
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