Avvenire di Calabria

L’analisi del centrodestra: «Immobilismo palpabile»

La MetroCity «o parte o muore»

Redazione Web

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di Eduardo Lamberti Castronuovo * - Se chiedessimo al cittadino se dopo più o meno un anno dall’insediamento del primo Consiglio metropolitano si fosse accorto di un qualsiasi cambiamento nella gestione della cosa pubblica, nella maggior parte dei casi, se non nella quasi totalità, risponderebbe di no. E avrebbe ragione. La sostituzione della Provincia con la Metropoli è rimasta solo sulla carta. Ha portato ad un generale disorientamento, dove gli unici a rimanere sempre al loro posto, sempre più potenti ed inconcludenti, in alta percentuale, sono i dirigenti burocrati.

Ma la responsabilità maggiore è, senza sconti, addebitabile alla politica. Quella che ha fatto tanto rumore per nulla sin dalla prima riunione dove, paradosso dei paradossi, ha votato , con il mio solo voto contrario e l’astensione del consigliere Fuda, un punto all’odg che chiedeva a gran voce le dimissioni anticipate del presidente Raffa. Motivo? La gran fretta di cominciare ad operare. Gran fretta tramutata, come per incanto, in un palpabile immobilismo ed un fervore operativo mirato solo alla conquista delle stanze più ben esposte del palazzo per i consiglieri amici e alle cariche più ambite, sempre per gli stessi. Attitudine? Conoscenza e competenza? Esperienza nel settore? Tutte doti assolutamente inutili agli occhi del manovratore. Risultato? Sotto gli occhi di tutti. Lo sport più praticato è quello di denigrare chi c’era prima e blandire e lusingare, in forma di captatio benevolentiae, chi ci “sarebbe” adesso. Sarebbe, perché, di fatto, non c’è. Questa la fotografia allo stato.

Ricetta per migliorare? Una parola sola: organizzazione. In questa c’è tutto. Il territorio della città metropolitana non può subire una parcellizazione né burocratica né politica partitica. Fuor di metafora, il Sindaco, redistribuisca le deleghe ampliandole a tutti e quattordici Consiglieri. Le attribuisca secondo le competenze e le attitudini e chieda loro risultati. La Città deve vivere ricostruita secondo una rete dove le peculiarità del territorio siano esaltate. Turismo, ad esempio. Si utilizzino la miriade di giovani guide, si realizzi una rete di ristoranti su tutta la riviera da San Ferdinando a Monasterace: sedi estive di quelli esistenti. Una rete di pulman turistici a basso costo che scorazzino tra mari e monti. Alla gente non interessano i massimi sistemi, ma le cose spicciole. Spettacoli locali, rete di musei, rete di porti esistenti, faranno il resto. Questa città metropolitana o parte o muore.

Una breve analisi sulle ultime elezioni amministrative. Le cellule del nostro corpo si differenziano per assumere le diverse funzioni. Quelle che restano indifferenziate, vengono prima o poi rigettate o metastatizzano e uccidono. La politica in Italia, può essere ad esse paragonata. Gli elettori son tornati a riconoscersi o in una parte o nell’altra, conservatori e progressisti abbandonando l’ala protestataria. Non sarà periodo facile. L’assetto locale dei sindaci ha premiato più le persone che i politici o i partiti, tranne qualche eccezione. La gente comincia a capire che bisogna farsi rappresentare da chi ha la passione per il servizio e lo sa fare. Liberamente. Senza vincoli , soprattutto con la stramaledettissima ‘ndrangheta.

* consigliere metropolitano

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