Avvenire di Calabria

Gli allievi del Righi al rientro in classe ne hanno discusso con gli insegnanti

La nuova consapevolezza: un lavoro da creare

Redazione Web

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Certo, il mercoledì dopo le feste pasquali, subito al rientro, proporre l’occasione di qualche ora di vacanza in più ha riscosso un grande successo tra i ragazzi delle quinte. Quando è stato presentato l’incontro, l’attenzione per il tema non sembrava tra più alte mai registrate. Poco a poco, però, la curiosità, tipica per quella età, ha cominciato a farsi strada: «Cerco il lavoro che mi invento?». Rileggere con calma il titolo dell’incontro cominciava a far porre delle domande tra ragazzi che, bene che vada, percepiscono un futuro faticoso, piuttosto fumoso, certamente poco pensato per loro e perché loro possano serenamente aspirare a viverci da veri protagonisti.
Ed ecco che, rientrati dalle vacanze pasquali, al suono della campanella della seconda ora, si parte da scuola per andare alla Sala Calipari. La presentazione di monsignor Fiorini Morosini, nella sua schietta chiarezza, aiuta ad entrare subito nel clima: «se cercate il posto fisso, avete sbagliato indirizzo». Il susseguirsi di così tanti soggetti, profondamente diversi, con tanti dei quali i ragazzi dell’Istituto hanno vissuto, vivono o vivranno esperienze di Alternanza Scuola/Lavoro, la scansione temporale degli interventi, le immagini, le opportunità presentate, le cose già realizzate, hanno tolto il fiato, hanno costretto a non distrarsi. Qualche alunno (ma questo l’avremmo saputo solo dopo), ha “persino” rinunciato alla voglia di sgranchirsi un po’ le gambe, perché curioso di capire come sarebbe andata a finire.
Proporre a dei ragazzi, pieni di vitalità, l’occasione di coltivare un sogno, il proprio sogno, non è cosa di tutti i giorni. La qualità degli interventi, da così tanti settori e mondi, ha dato la dimensione della voglia che gli adulti hanno di coinvolgerli nei processi, nell’amore per la propria terra, nel sentirsi chiamati a diventare veri protagonisti.
E questo è stato percepito, spiazzando, di fatto, quel velo di malinconica rassegnazione che tanti ragazzi si portano dietro pensando al proprio futuro. La scommessa è grande, l’impegno preso lo è ancora di più.
Chiamare i ragazzi a “cercare” nuove strade per la propria vita, sostenerli nell’inventare le soluzioni che con la loro creatività sapranno maturare, vuol dire dare loro la libertà di sognare.
Il nostro ruolo, a scuola, è anche quello di dare loro gli strumenti per fare questo, per non sentirsi spiazzati dalle difficoltà, per dare un valore alle cose che accadono e trarne le giuste conseguenze.
Sapere, nel concreto, di potere contare su una rete favorevole, ci rincuora, ci da lo spunto per riprendere il discorso, per affascinarli alla propria crescita senza lasciarsi andare, perché si crede in loro.
Forse è proprio questa la chiave, credere in loro. E quanto è iniziato con questo incontro e, immaginiamo, con quanto seguirà, saprà dirci quanto, realmente, noi adulti siamo pronti a sostenere questa grande forza. In fin dei conti, chi si mette in gioco, siamo proprio noi.

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