Avvenire di Calabria

L'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova prosegue l'impegno avviato dal suo predecessore, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini

La preghiera di Morrone con le donne in difficoltà

L'occasione è data dalla preghiera del Rosario promossa come ogni anno dalla Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova con l'unità di strada

di Redazione Web

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La preghiera di Morrone con le donne in difficoltà. L'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova prosegue l'impegno avviato dal suo predecessore, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini.

Morrone accanto alle donne in difficoltà

L'occasione è data dalla preghiera del Rosario promossa come ogni anno dalla Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova di concerto con l'unità di strada della Chiesa reggina denominata "Delicati segni di speranza".


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L'appuntamento è per giovedì 9 dicembre, alle 21, in via Porto Candeloro corrispondente ai nuovi parcheggi degli aliscafi. Un luogo non casuale, dove infatti, purtroppo tante donne vivono la condizione di schiavitù e privazione della propria dignità.


PER APPROFONDIRE: Tratta delle donne, l’impegno della Caritas «strada per strada»


Quella di quest'anno sarà la "prima volta" per monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra. In questa esperienza sarà accompagnato dai tanti volontari che condividono l'esperienza del servizio accanto alla donne in difficoltà del territorio reggino.

Delicati segni di speranza

Dopo aver ottenuto il via libera della Caritas italiana e della Cei, la Caritas diocesanai Reggio Calabria ha provveduto a dare forma e sostanza al progetto ‘Delicati segni di speranza’ che ha la finalità di migliorare la qualità della vita delle donne che vivono la strada a causa della prostituzione, affrontando le varie circostanze in cui la dignità della persona viene lesa, attraverso lo svolgimento di azioni dirette alla prevenzione, al sostegno e all’eventuale reinserimento.

Il progetto è rivolto, in primo luogo, alle ragazze, minori e adulte, e alle famiglie, turbate nella sacralità del loro quotidiano, laddove i figli o i mariti cedano alle lusinghe di un sistema che è il portato di schiavitù e degrado. In secondo luogo, si tratta di un percorso che tocca sia la comunità, che perde la battaglia della tutela della sacralità della vita umana, che il territorio nel suo complesso.

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