Avvenire di Calabria

Nel suo volume ''Una vacanza a Tropea'', il vescovo di Mileto monsignor Luigi Renzo attraversa le vicende della Perla del Tirreno

La ”vacanza a Tropea” di monsignor Renzo

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Dal terrore dei saraceni dell’undicesimo secolo all’epidemia di colera del 1868. Una storia complessa e difficile quella della Perla del Tirreno, Tropea. La racconta in un volume, a metà tra la profonda e puntuale analisi storica e l’onirismo dei versi poetici, il vescovo di Mileto Luigi Renzo. L’autore, prima che da pastore, scrive da innamorato della sua terra: la storia dei monasteri, delle chiese e delle strade di uno dei borghi più belli d’Italia.

«Quando ho deciso di trascorrere Una vacanza a Tropea – scrive nella conclusione del proprio volume il presule - non mi sari mai immaginato di imbattermi in un mondo straordinariamente incantevole. Avevo sentito parlare di Tropea come la città della "cipolla rossa", ma ho scoperto che, se la cipolla é importante per l'economia della zona, la città è molto di più. Soprattutto è altro di più distorta, di religiosità, di civiltà, di bellezza paesaggistica. E tutto l'insieme di queste case, e non solo, a renderla più che mai attraente e appetibile».

Un viaggio, quello di monsignor Renzo, fatto di suggestioni e flashback, di rimandi e di storie, di reminiscenze della civiltà contadina e della religiosità popolare e “ufficiale”.

Al centro di tutto, continua a esserci Tropea: «Le sue vocazioni – scrive ancora Renzo – sono tutte da scoprire e approfondire per le multiformi sfaccettature e per la sua variegate e versatili ecletticità tanto da farne una indubbia "icona delle meraviglie". II mio viaggio, in un breve tempo di vacanza non poteva cento consentire  di scoprire tutto, ma è servito a far crescere quel tanto di appetito intellettuale da farmi desiderare fortemente di  ritornare a Tropea per godere della suggestione della Madonna dell'lsola, della rupe, delle viuzze acciottolate che si intersecano nel Centro come una casba d'Oriente, della splendida Cattedrale di sapore antico incastonata tra i Palazzi, delle altre numerose peculiarità che ne accrescono il  profondo e invidiabile fascino».

Articoli Correlati