Avvenire di Calabria

«Serve sostenere l’impegno di chi vuole contribuire con intuizioni proprie e competenze personali alle azioni della Chiesa»

L’Ac reggina: ripensare parrocchie come incubatori di iniziative

Giandomenico Chirico *

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La spiritualità di comunione e gli organismi di partecipazione, questo il tema attorno al quale si sono sviluppati i lavori del recente Convegno pastorale diocesano; un’attenzione che ci offre la possibilità di affrontare insieme alcune delle fragilità, ma soprattutto di sfruttare le enormi potenzialità che anche la nostra Chiesa locale porta con sé in questo tempo.

Durante il secondo giorno di lavori del convegno la relatrice è stata la dottoressa Paola Bignardi, membro del Comitato di indirizzo dell’Istituto Toniolo e già Presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana. A lei è stato affidato il compito di far riflettere l’assemblea sulla specifica responsabilità che i laici hanno in riferimento alla comunione ecclesiale e alla missione della Chiesa oggi.

La Bignardi, da subito, traccia il contesto complicato nel quale siamo chiamati a muoverci: una società che percepisce, anno dopo anno, un aumentato distacco tra le vicende quotidiane degli uomini e l’ordinarietà delle parrocchie, tra la vita e la fede stessa; questo ha come conseguenza, spesso, non solo un problema di pratica religiosa, ma un più radicale mutamento della fede, che ha, sempre più, forme e contenuti privati e autonomi.

In queste dinamiche il senso stesso di appartenenza alla comunità assume purtroppo un ruolo decisamente marginale, con delle realtà ecclesiali a volte troppo spesso chiuse in automatismi utili ad alimentare visioni nostalgiche e che non sembrano cogliere i cambiamenti in atto.

I giovani, in particolare, che più degli altri sono “cercatori di senso” e capaci di speranza, allo stesso tempo sono più esposti a questi cambiamenti e, in assenza di modelli positivi o di relazioni significative, restano soli con i loro bisogni e con le loro domande.

Quella che la Bignardi chiama “la questione della fede” è la sfida essenziale che oggi dobbiamo affrontare, è il centro dell’azione missionaria intorno al quale costruire una rinnovata comunione ecclesiale: non stiamo insieme perché svolgiamo attività interessanti o realizziamo progetti entusiasmanti, perché siamo efficienti o perché celebriamo le liturgie più emozionanti, ma perché siamo «tutti tralci dell’unica Vite». Allora diventa prioritario rimettere al centro una fede essenziale, semplice, non ingombrante, viva, non esclusiva, capace di accogliere i dubbi, le gioie e le sofferenze di tutti, una fede che diventa condivisione, ricerca dell’altro, responsabilità, racconto di un incontro che cambia la vita.

I momenti critici non contengono solo aspetti problematici e difficoltà da superare, offrono la possibilità di innovarsi, sono un’occasione irrinunciabile in cui scoprire nuove sinergie, in cui con entusiasmo operare scelte profetiche. Questo è il tempo in cui il Signore ci chiama a sperimentare strade nuove.

È evidente in questa sfida il ruolo essenziale che assumono i laici cristiani, singoli e associati, che in spirito di corresponsabilità con i loro pastori animano la parrocchia e allo stesso tempo la fanno vivere «oltre le mura di cinta». I laici, infatti, sono coloro che naturalmente vivono dentro e fuori la comunità, che negli ambienti di lavoro incontrano i colleghi, che nelle scuole si siedono accanto ai compagni di classe, che nei condomìni o al supermercato incrociano le famiglie, sono i giovani che frequentano la nostra università o che praticano sport insieme ad altri coetanei.

Partendo da questi laici la Bignardi ci offre un percorso di discernimento e di scelte pastorali, una traccia strutturata in cinque punti: recuperare iniziativa e progettualità; reinventare la formazione; rigenerare le forme della partecipazione ecclesiale; saper guardare in faccia il dubbio; valorizzare l’associazionismo e le realtà aggregative.

La storia della diocesi reggina è ricca di testimoni esemplari che, consapevoli dei bisogni del loro tempo, hanno servito con generosità la Chiesa e la città degli uomini. Oggi, allo stesso modo, occorre suscitare e alimentare l’impegno di chiunque voglia autenticamente e responsabilmente offrire il proprio contributo, le proprie idee e le proprie competenze. Per fare ciò occorre essere aperti alle novità, pensare alle parrocchie come a degli “incubatori di iniziative”, a luoghi nei quali al coraggio di una persona o di un gruppo corrisponda non l’invidia, ma l’entusiasmo di una intera comunità disposta ad accogliere, rischiare, sostenere e, soprattutto, pregare per chi, accanto a noi, condivide la stessa missione.

In questa prospettiva, la formazione è ancor di più un impegno determinante. Nel percorso di educazione alla fede occorre, però, sperimentare anche forme innovative, in luoghi e con linguaggi nuovi, che non prevedano solo fasi preparatorie, ma un concreto e costante accompagnamento lungo tutte le stagioni della vita, in particolare nei momenti in cui siamo chiamati a decifrare gli accadimenti e il significato delle scelte da compiere.

Accanto alla formazione vi è la centralità di tutti gli organi di discernimento comunitario, in particolare dei consigli pastorali, che non sono luoghi in cui comunicare decisioni o in cui distribuire compiti e impegni, ma occasioni preziose per avviare processi autenticamente liberi che toccano i problemi reali e che includono le differenze senza omologare tutto.

Da valorizzare assolutamente, inoltre, è la presenza dell’associazionismo e di tutte le realtà aggregative: all’interno della comunità queste “minoranze creative” garantiscono spazi di formazione, sono palestre di fraternità e di corresponsabilità, “laboratori di vita ecclesiale e di spiritualità cristiana”.

Di quanto proposto da Paola Bignardi, molto è stato fatto, ma molto altro ancora è da fare. Con fiducia gli uni negli altri, partendo da una fede vissuta, raccontata e condivisa, passando per i carismi di ognuno e arrivando lì dove la lontananza può diventare incontro, insieme possiamo essere comunità essenziali, innovative e missionarie.

* presidente diocesano di Azione cattolica

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