Avvenire di Calabria

Protagonisti della visita gli studenti del liceo scientifico statale “Galileo Galilei” di Lamezia Terme

Lamezia. Liceali in visita al Museo diocesano

Il dirigente scolastico: «Un'importante occasione per approfondire la storia del territorio attraverso l'arte e la religione»

di Salvatore D'Elia

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Giornata alla scoperta delle ricchezze del museo diocesano per gli studenti del liceo scientifico statale “Galileo Galilei” di Lamezia Terme. Accompagnati dai docenti del dipartimento di religione Pina Luciano, Serafina Cardamone e don Antonio Agostino Astorino, gli studenti di alcune classi terze dell’istituto superiore hanno visitato le sale del museo diocesano, l’archivio e la biblioteca “Mons. Bonacci”, collocati all’interno dell’area museale.


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A guidarli nell’esplorazione della storia del museo, dalla sua realizzazione fino ad oggi, e delle preziose testimonianze storico-artistiche custodite, il direttore area MAB (Museo archivio biblioteca) Paolo Francesco Emanuele. Emanuele ha parlato agli studenti dell’importante lavoro portato avanti dalla diocesi per salvaguardare e valorizzare il patrimonio artistico, librario e documentale; testimonianza del profondo legame che da secoli lega la Chiesa  diocesana alla comunità. Risorsa straordinaria per far conoscere la storia del nostro territorio, nell’ottica della sua crescita culturale e turistica.

La visita al Museo diocesano di Lamezia

Un percorso fortemente incoraggiato dalla dirigente del liceo “Galileo Galilei” Teresa Goffredo. Nel ringraziare i docenti di religione e il direttore del museo diocesano per l’opportunità offerta agli studenti, ha sottolineato l’importanza «di far conoscere ai nostri giovani la storia del nostro territorio che parla attraverso il linguaggio dell’arte, dei libri, dei documenti storici».

«Luoghi come il museo diocesano sono scrigni che custodiscono il nostro patrimonio più prezioso. Le nuove generazioni sono chiamate a prendersene cura e a promuoverlo con competenza e passione».


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Per la docente Pina Luciano, “si è trattata della prima uscita dei nostri ragazzi da due anni, dall’inizio dell’emergenza sanitaria.  È fortemente significativo che i nostri ragazzi, com’è giusto che sia, riprendano la loro vita e le loro relazioni in un contesto come quello del museo dove la storia e la cultura sono conservate e trasmesse alle nuove generazioni”.

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