Ad Africo torna l’entusiasmante esperienza di Gente in Aspromonte
Un momento che ha visto anche le istituzioni del territorio a confronto sul ruolo del
Con una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Calabria Jole Santelli, il Presidente del Gea – Gruppo Escursionisti d’Aspromonte, solleva il problema della frequentazione della montagna, dell’escursionismo e delle strutture d’accoglienza disseminate tra le montagne in tempo di emergenza sanitaria. Dopo un breve excursus sulle ordinanze fin qui emanate, Sandro Casile si sofferma sui contenuti dell’ultima, la n. 43 del 17 maggio, e conclude con una domanda: E la montagna?
«Nella sua Ordinanza, sig. Presidente, la montagna non è nominata. È come se non esistesse. Eppure la Calabria è una regione prevalentemente montuosa, resa speciale dal sorprendente e mai valorizzato rapporto mare monti. Lo confermano i tre Parchi Nazionali e quello Regionale, impegnati a custodire e promuoverne gli aspetti naturali, ambientali, storici e antropologici.Lo confermano i sempre più numerosi escursionisti che frequentano le montagne della Calabria alla ricerca di “diversità”, ovvero la visita di luoghi che offrano esperienze, modi e ambienti di vita, contesti culturali, diversi da quelli che caratterizzano la routine quotidiana; di “identità” e “autenticità”, ovvero di luoghi fortemente caratterizzati; di esperienze ricreative a contatto con la natura, in un ambiente sano».
«Lo conferma l’impegno ultratrentennale delle associazioni escursionistiche che hanno recuperato, fisicamente e culturalmente, centinaia di chilometri di sentieri per escursionisti, ricostruendo così il paesaggio rurale e montano, per troppo tempo dimenticato.
Lo confermano le strutture di accoglienza che presidiano le nostre montagne e offrono insostituibili servizi agli escursionisti. Se dovessero chiudere i battenti a causa dell’emergenza sanitaria e dell’isolamento al quale, di fatto, sono costretti, il faticoso processo di sviluppo economico e sociale delle aree interne subirebbe una grave battuta d’arresto».
Un momento che ha visto anche le istituzioni del territorio a confronto sul ruolo del
Le ricerche archeologiche hanno consentito il rinvenimento di numerosi oggetti metallici inquadrabili tra il II e il I secolo a.C. che lasciano spazio a rinnovate ipotesi storiche attorno alla zona.
Fondamentale il contributo dell’archeologo veneto Paolo Visonà I volontari di Fai e Gea riportano alla
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