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In “E io vi ristorerò. Sperare in tempi di fragilità”, appena pubblicato da Edizioni Apostolato della preghiera, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, riflette sugli “tsunami” esistenziali che, irrimediabilmente, ci hanno risvegliato da un torpore per il quale tutto ci sembrava procedere in maniera quasi scontata. “Fragilità”, viene osservato nella nota di presentazione del volume, è “la parola cardine che, in un’epoca così travagliata e complessa come quella che stiamo attraversando, si staglia attuale come non mai. Un tema su cui ruotano gli eventi che si sono susseguiti negli ultimi anni e che non smettono di interpellarci: dalla pandemia causata dal Covid-19 alle sanguinose guerre in atto, senza contare il dramma dei flussi migratori e i violenti cambiamenti climatici che mettono a dura prova il pianeta”.
Nel testo il porporato si concentra proprio sul concetto di fragilità: un qualcosa per cui ci affanniamo ad individuare rimedi e terapie, ma che per il cristiano non rappresenta soltanto un limite bensì una risorsa da usare con consapevolezza. Da qui, infatti, nascono orizzonti di speranza nel domani che il card. Zuppi illustra con passaggi calzanti, ricordando che “ogni fragilità amata diventa un luogo di resurrezione” e che la fragilità stessa “spaventa anche noi cristiani, perché anche noi spesso crediamo che la vita sia solo quella che performa, che ha alte prestazioni. Ma questo e un inganno”. Dal cardinale, inoltre, quale ambasciatore incaricato da Papa Francesco ad incontrare i leader del mondo per promuovere la pace, un inevitabile riferimento all’impegno inderogabile della Chiesa, che “ha il compito di ribadire che la guerra e frutto dell’ingiustizia”.
Le 112 pagine sono inoltre arricchite da tre meditazioni a cura di padre Renato Colizzi, predicatore e sacerdote entrato nella Compagnia di Gesu nel 2002 dopo gli studi in medicina e dal 2022 direttore nazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa.
Il libro è proprio il frutto di tre giorni di riflessione che la Rete stessa ha vissuto ad aprile 2023, durante il convegno annuale a Sassone (Rm), ponendo in luce che la fragilità, come annota Colizzi, “è appello a diventare persone di preghiera, persone di fiducia nella fedeltà di Dio e quindi persone di speranza. Fragilità e speranza sono dunque le due facce di una stessa medaglia”.
Fonte: Agensir