Avvenire di Calabria

Il concetto di sviluppo turistico è rimasto «impolverato» in temi astratti

Locride. Un’esperienza per scoprire che il lavoro «rende felici»

Guido Leone

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Le vicissitudini ultime dell’Istituto Alberghiero di Locri mi inducono ad alcune riflessioni che mi portano a considerare che le politiche scolastiche, culturali, sociali e del lavoro nella nostra regione devono essere assolutamente integrate fra loro. Non possono essere scollegate come è stato fino ad oggi. Cioè se un territorio è naturalmente vocato per uno sviluppo turistico o agricolo la strategia politico–amministrativa deve agevolare tale crescita lungo tutta la filiera che parte dalla formazione e fino all’inserimento nel locale mercato del lavoro.

Intendo sottolineare che c’è una vocazione specifica di determinati ambiti del territorio regionale che va individuata e stimolata.

La scuola, purtroppo, ha sfornato in questi anni profili formativi in uscita a prescindere dalla conoscenza delle linee di sviluppo a medio e lungo termine proposte dalla Regione nelle varie consiliature. E quindi da un presumibile mercato del lavoro. Mondo della scuola e pianeta del governo regionale, nelle sue varie declinazioni,non hanno mai dialogo in questi termini.

Eppure, è assodato,che maggiori possibilità occupazionali vengono garantite da quelle scuole che sono inerite in una filiera formativa che metta insieme distretti industriali,ricerca delle imprese e buoni istituti tecnici e professionali.

Mare, montagna, turismo, agricoltura, nuove fonti di energia, solo per citare alcuni dei settori strategici di sviluppo della nostra regione, possono costituire un esempio concreto di come formazione, politiche di sviluppo e mondo delle impresa possono e devono camminare insieme.

Senza considerare che tali strategia creano le premesse per la sperimentazione di nuovi modelli di offerta formativa.

Un esempio per tutti è rappresentato dalla istruzione professionale alberghiera, relegata sempre ad un ruolo secondario,per la quale occorre invece spendersi in termini di innovazione,di supporto a livello di amministrazioni regionale e provinciale per metterla in linea con il mercato turistico alberghiero,un settore più che significativo dello sviluppo della nostra regione.

Fino ad oggi ,per esempio,è stato carente nel nostro sistema d’istruzione il legame con le necessità del mondo del lavoro turistico.

Ogni progetto di innovazione deve mirare ad accorciare la distanza fra istruzione scolastica e mondo del lavoro.

Gli Istituti professionali Alberghieri di Stato dovrebbero essere delle scuole albergo dove l’allievo da primo anno di frequenza deve trovare tutte quelle caratteristiche tipiche di una struttura ricettiva. Invece, come tutti sappiamo la realtà è diversa. Una ipotesi di innovazione, in sintonia con il concetto di scuola albergo è la seguente progettualità di scuola–lavoro riconducibile ad una area territoriale della nostra regione, la Locride, a forte vocazione turistica,una specificità che riassume in sé aspetti paesaggistici di particolare bellezza (mare–montagna), patrimoni culturali e storici di rilevante valore,una tipicità gastronomica di forte spessore qualitativo. Sulla predetta area insistono un istituto alberghiero e un istituto tecnico per il turismo.

La Locride ha ormai definitivamente puntato sul turismo. Le linee direttive del suo sviluppo, nella quasi totalità dei programmi finora elaborati e discussi, si sono rivolte prioritariamente ed essenzialmente all’incremento quantitativo e qualitativo delle attività economiche connesse al turismo.

La geografia, le particolarmente favorevoli condizioni climatiche, la forza evocativa di un passato denso di epoche, periodi ed eventi che hanno svolto spesso un ruolo centrale nella evoluzione del mondo occidentale, hanno ormai convinto tutti i soggetti chiamati a svolgere un ruolo da protagonisti che la strada maestra per la crescita sociale ed economica della nostra area è legata al turismo. Ricordo alle rappresentanze istituzionali degli anni Novanta come si tentò di portare avanti un progetto, che, a mio avviso, ha ancora tutta la sua validità. L’idea –progetto prevedeva la costituzione di un organismo interistituzionale composto dai dirigenti scolastici dell’Istituto Alberghiero di Locri e dell’Istituto Tecnico per il Turismo di Marina di Gioiosa Ionica, dai due Comuni, dall’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, dalla Regione Calabria, con gli Assessorato alla Pubblica Istruzione, alle Attività produttive e alla Formazione Professionale e Lavoro, dall’Ufficio Scolastico Regionale, dal Consorzio Albergatori della Locride.

D opo l’organizzazione istituzionale, il passaggio successivo prevedeva l’acquisizione di una struttura alberghiera, rendendola efficiente grazie ad un preciso piano di gestione tecnico–economica di utilizzo. Una volta individuata la posizione di mercato con prime ipotesi, fatta eccezione per un limitatissimo numero di posti dirigenziali – che necessariamente non possono non essere di tipo professionale e a tempo indeterminato – sarebbe stata condotta e gestita direttamente dai neo diplomati delle due scuole.

Quali sostanzialmente gli obiettivi che si intendevano perseguire?

Creare a vantaggio degli studenti giunti sulla soglia della loro fuoriuscita dal mondo della scuola uno sbocco, sia pure a tempo determinato, all’interno di una struttura produttiva al fine di realizzare un impegno sul campo di uno dei servizi propri della organizzazione del sistema turistico sarebbe estremamente produttivo. La connessione teoria/pratica, diffusa per un numero alto di soggetti avrebbe dato un impulso rapido e concreto alla azione di professionalizzazione del comparto turistico, già comunque intrapresa, ma sicuramente da rafforzare. L’attività così svolta per un certo periodo, anche con una certa soddisfazione dal punto di vista economico, diventerebbe da ipotesi teorica e lontana un fatto possibile, vero, concreto, per il quale sorgerebbe la necessità di migliorarsi. Il lavoro perderebbe parte della sua accezione più deleteria, quella cioè del “posto” qual che sia, assumendo le caratteristiche di ciò che effettivamente è e, cioè, una scelta di vita. Emergerebbe, altresì, concretamente, materialmente, un continuum tra scuola e lavoro, anzi quel continuum tra scuola e lavoro che generalmente manca, provocando non poche distorsioni al sistema e restituirebbe ai due Istituti prospettive di sviluppo collegate al territorio interpretando al meglio la esigenza che giorno dopo giorno si fa sempre più pressante della cooperazione fra i diversi soggetti che direttamente o indirettamente lavorano alle attività di sviluppo sociale ed economico della Locride.

 

* già dirigente tecnico dell’Usr Calabria

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