
Il dolore che diventa amore, speciale donazione al Tiberio Evoli di Melito
L’iniziativa nasce dal ricordo per l’amata mamma, Maria Assunta Sapone, donna attiva nel sociale e in parrocchia. Il gesto dei figli Chiara, Angelo e Francesco.
C'è un ospedale, quello di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) che da diversi anni oscilla tra la chiusura irreversibile e l'erogazione “a singhiozzo” dei servizi. Eppure il “Tiberio Evoli” è strategicamente un avamposto sanitario che negli anni – soprattutto nei decenni tra il 1980 e il 2000 – è stato polo d'eccellenza. Una delle peculiarità positiva che è rimasta immutata è quella del reparto di Oculistica del nosocomio. E in quella corsia si è ritrovato un minore straniero non accompagnato ospite della casa accoglienza “Il Buon Samaritano” di Montebello Jonico, sempre nel reggino. Il suo arrivo in Italia fu attraverso un'imbarcazione di fortuna, sbarcata il giorno di Pasqua, partita dalle coste libiche. Proprio a Tripoli il giovane subendo delle percosse ha perso l'uso dell'occhio sinistro. Pochi giorni fa l'intervento chirurgico al “Tiberio Evoli”: i medici, Giuseppe Zuccarelli e Vincenzo Florio, hanno ritenuto indispensabile intervenire per prevenire la cecità del minore della Guinea del Sud. Infatti, il rischio di contagio per simpatizzazione dell'occhio sano, quello destro, era altissima. Un'operazione perfettamente riuscita che ha permesso al ragazzo di rivedere con i suoi occhi la luce del sole di Calabria.
L’iniziativa nasce dal ricordo per l’amata mamma, Maria Assunta Sapone, donna attiva nel sociale e in parrocchia. Il gesto dei figli Chiara, Angelo e Francesco.
Intervento del governatore ai microfoni di SkyTg24: «Non si può relegare il fenomeno a operazione di polizia, sì ai soccorsi in mare». Secondo il presidente regionale si può guardare ai flussi «trasformando una crisi in opportunità»
Era a bordo della nave “Diciotti”, una migrante ventisettenne ha dato alla luce due gemelli diventando così mamma al Gom di Reggio Calabria.