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Lotta al “caporalato” in provincia di Reggio Calabria. Ecco i numeri dell’attività svolta Polizia e Ispettorato del lavoro nella Piana di Gioia Tauro contro la sfruttamento della manodopera, in particolare, di stagionali extracomunitari.
Nell’arco dell’ultimo anno il personale del Commissariato di Polizia di Stato di Gioia Tauro ha conseguito rilevanti risultati nel contrasto al fenomeno del caporalato, all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro soprattutto di cittadini extracomunitari.
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Con cadenza settimanale si sono svolti servizi mirati, principalmente diretti ad assicurare un controllo capillare delle innumerevoli aziende agricole che operano nella piana e, in particolare, nel territorio di competenza del Commissariato di di Gioia Tauro.
Tali servizi, svolti in sinergia con la Polizia Metropolitana e dell’Ispettorato del Lavoro, si sono concretizzati in numerosi ed approfonditi controlli ad aziende e lavoratori, con la finalità di prevenzione e repressione del fenomeno del lavoro nero e dello sfruttamento dei lavoratori, dedicando particolare attenzione a quelle forme di sfruttamento che vengono perpetrate a danno di cittadini extracomunitari, spesso adibiti al lavoro nei campi senza regolare contratto e con orari di lavoro e retribuzioni inadeguate alla quantità e qualità del lavoro svolto.
Tali condotte, spiegano dalla Questura di Reggio Calabria - «interessano spesso le comunità di stranieri stanziate nella Tendopoli di San Ferdinando e nel campo container di Testa dell’Acqua».
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Questa tipologia di controlli, spiega ancora la Polizia, «consente, altresì, di accertare anche la regolarità della presenza degli stranieri sul territorio nazionale e di effettuare, con il coordinamento del locale Ufficio Territoriale del Governo, periodici censimenti della popolazione presente nella Tendopoli e nel campo container».
I servizi svolti ad oggi dall’inizio dell’anno, effettuati costantemente dal personale della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Polizia di Gioia Tauro, hanno consentito di controllare ben 684 lavoratori e 178 aziende, riscontrando 80 casi di lavoro nero.
A seguito di tale attività, sono state 42 le persone deferite all’Autorità Giudiziaria e per 27 aziende è stata disposta la sospensione dell’attività. Sono state, inoltre, elevate 205 sanzioni amministrative per un’importo totale di 1.345.400 euro.
Tali servizi, assicurano ancora dalla Questura di Reggio Calabria, «continueranno nei prossimi giorni, soprattutto per garantire la prevenzione dello sfruttamento dei braccianti e sanzionare le eventuali violazioni poste in essere dagli imprenditori».
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