Avvenire di Calabria

Madonna della Consolazione, la ripresa della processione dell'Effigie segna il ritorno alla tradizione

Con Maria ogni giorno alla sequela del Signore

La testimonianza di don Gianni Licastro, assistente spirituale dell'Associazione portatori

di Francesco Chindemi

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«Quando qualcosa di bello e importante manca per così tanto tempo, se ne riscopre il valore», quella di don Gianni Licastro, è la sensazione che in molti stanno vivendo proprio in questi giorni di festa dedicati alla Madonna della Consolazione, durante i quali tornano le tradizionali processioni dell’Effigie della Patrona, sospese per due anni a causa della pandemia da Covid - 19.


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Per don Gianni Licastro, che il 5 settembre ha festeggiato 40 anni di sacerdozio ed è assistente spirituale dell’Associazione dei Portatori della Madonna della Consolazione, non vi è alcun dubbio: «entusiasmo ed emozione si mescolano», senza tuttavia perdere di vista il significato vero legato alle festività mariane che va oltre la ritualità e diventa testimonianza di fede.

La pandemia ha allontanato i fedeli dalla devozione per Maria?

Il Covid non ha reciso il cordone ombelicale che lega il popolo reggino alla Madonna della Consolazione. Non lo ha mai fatto nel corso dei secoli, anche in occasione di fatti molto gravi. Anzi è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che i reggini si sono uniti, stringendosi idealmente ai piedi della Patrona e chiedendo lei di intercedere presso il figlio.

Come si è rafforzato questo legame?

Pensiamo ai tanti lutti che abbiamo avuto in città proprio in questi due anni segnati dalla pandemia. In molti si sono rivolti a Maria per essere consolati, dopo aver perso i propri cari. La preghiera non è mai mancata ai piedi della patrona, anzi è diventata più intensa, nonostante sia mancata l’emozione di partecipare alle processioni al seguito dell’Effigie, così come eravamo abituati.

Don Licastro, c'è qualche ricordo personale legato alle processioni dell'Effigie della Madonna della Consolazione?

Non ce n’è uno specifico in particolare. Le immagini dei volti speranzosi all’indirizzo della Vergine, di alcuni gesti e preghiere recitate nella loro semplicità al passaggio della Vara mi rimangono impresse e commuovono. Sono espressione di questo amore verso Maria, vista come mamma di tutti.

Cosa rappresenta la ripresa di quella che è prima di tutto una manifestazione di fede?

L’augurio e la preghiera è che possa non solo segnare un definitivo ritorno alla normalità, ma che porti allo stesso tempo entusiasmo e voglia di reagire alle difficoltà del nostro tempo.


PER APPROFONDIRE: La prima volta di Morrone a piazza della Consegna: ecco il suo appello ai giovani


Faccio mie le parole del vescovo Morrone affinché noi tutti raccogliamo l’invito di Maria a Cana: «Fate quello che Gesù vi dice». La nostra devozione non può finire con la processione, ma deve essere motivo per rinnovare la nostra vita, mettendoci al servizio del prossimo.

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