
Il 1° maggio a Bivona il Giubileo del Lavoro: preghiera, dialogo e impegno nel ricordo di Papa Francesco
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
Anche quest’anno sarà una festa diversa dal solito per i portatori della vara della Madonna della Consolazione. Lontani, per il secondo anno consecutivo, dalla stanga e costretti a veder rinviata l’uscita della “Vara” da quando è stata restituita al suo antico splendore. Un impegno, tuttavia, che non è venuto meno anche in occasione di questi festeggiamenti a condizionare i quali, per la seconda volta consecutiva, ci si è messa di mezzo la pandemia. Già durante i sette sabati, non è mancato il loro supporto alla Basilica dell’Eremo, al fianco dei frati cappuccini. Così come, in questi giorni, in Cattedrale.
Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
«Sicuramente c’è un pizzico di tristezza nel non poter anche quest’anno accompagnare la Madonna della Consolazione nel suo cammino dall’Eremo al Duomo», afferma Gaetano Surace, presidente dell’Associazione Portatori della Vara. «Il nostro contributo ci sarà lo stesso. Sarà volontario. Abbiamo dato la nostra disponibilità ad offrirci come volontari per il servizio attivo all’interno del Duomo e per tutti i servizi d’ordine che ci saranno dentro la Cattedrale. Un servizio non sostitutivo, ma che integra quello solitamente fatto per la Vara». Non è infatti la prima volta che i portatori, volontariamente, si mettono al servizio della diocesi in occasione delle festività in onore della Madonna della Consolazione. Negli ultimi 21 anni, almeno da quando l’associazione è stata costituita lo hanno sempre fatto. Anche in altri periodi dell’anno e non solo durante quello dedicato alla Patrona.
«Sono tantissime le iniziative che ci vedono protagonisti o a cui aderiamo durante tutto l’anno. Il nostro – continua Surace – è un impegno che non si esaurisce solo a settembre o dopo aver ricondotto, a novembre, dal Duomo all’Eremo il venerato quadro». L’Associazione dei Portatori, negli anni, ha sposato e si e resa promotrice di iniziative all’insegna della carità e della solidarietà. Naturalmente, lo spirito che anima i portatori, tutti volontari, spiega ancora il presidente, è «accrescere e diffondere i valori della tradizione e della fede che anima il servizio del portatore durante la processione della Sacra Effigie, con l’impegno anche di formarsi cristianamente, secondo il modello di vita di ispirazione mariana. Ma anche promuovere i valori della carità e della solidarietà verso il prossimo».
La Madonna della Consolazione «è sempre il nostro punto di riferimento, fonte di ispirazione per tutto ciò che facciamo», dice ancora Gaetano Surace, nel parlare delle opere di carità che vedono i portatori, ad esempio, affiancare i frati cappuccini della Basilica dell’Eremo, con i quali negli anni si è stabilito un importante legame. «Quando loro chiamano per contribuire ad assistere i più poveri e bisognosi, noi ci rendiamo subito disponibili in ogni forma e con ogni mezzo».
Durante il lockdown, prosegue Surace, «i nostri iscritti, tutti in maniera volontaria, hanno consegnato la spesa giornaliera a domicilio a persone sole e famiglia in difficoltà, proprio su indicazione dei frati. Così come durante le festività natalizie o di Pasqua». Non mancano collaborazioni, inoltre, con altre realtà diocesane o enti del territorio. «Richiestoci dalla Caritas, abbiamo prestato servizio d’ordine da volontari in ospedale, a supporto della campagna vaccinale, occupandoci di accogliere e orientare i pazienti». Insomma, «dove c’è bisogno di noi, rispondiamo sempre presente, non ci tiriamo indietro», ancora la testimonianza del presidente dell’Associazione. A volte bastano piccoli gesti che nella loro semplicità sono in grado di trasmettere tanto. «Nel nostro piccolo – conclude Surace – cerchiamo di lasciare un segno di speranza e carità, così come la nostra Mamma, la Madonna della Consolazione, ci insegna a fare ogni giorno».
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
Riaperto il caso delle “navi a perdere” grazie a nuovi fondi e a un’inchiesta giornalistica che riaccende interrogativi mai risolti.
Ecco la puntata di oggi del percorso Podcast intrapreso dall’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.
Da questa pagina è possibile ascoltare il Podcast senza installare alcuna App sul proprio smartphone.