
Tra misteri e verità negate: si riapre il caso De Grazia e delle navi dei veleni
Riaperto il caso delle “navi a perdere” grazie a nuovi fondi e a un’inchiesta giornalistica che riaccende interrogativi mai risolti.
La salute dei dipendenti pubblici è più “cagionevole” dei colleghi che operano nel privato. A rilevarlo è uno studio redatto e divulgato dalla Cgia di Mestre su dati Inps.
Emerge, infatti, che «le assenze per motivi di salute nel pubblico impiego registrate nel 2015 hanno interessato il 57% di tutti gli occupati (poco più di 1 dipendente su 2); nel settore privato invece la quota si è fermata al 38% (più di 1 dipendente su 3)». La “durata media ” della malattia cambia, è «leggermente superiore nel privato (18,4 giorni) rispetto al pubblico (17,6 giorni) ». Affiora altresì che «dei 5 milioni di eventi di assenza registrati nel 2015 a livello nazionale nel pubblico impiego, il 62% circa è riconducibile ai dipendenti del Centro–Sud. La situazione, invece, si capovolge quando analizziamo i dati relativi al privato. Dei quasi 9 milioni di assenze registrate nel 2015, il 57% circa è imputabile agli occupati del Nord».
«È evidente – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi – che non abbiamo alcun elemento per affermare che dietro questi numeri si nascondano forme più o meno velate di assenteismo. Tuttavia qualche sospetto c’è. Se in Calabria, ad esempio, tra il 2012 e il 2015 le assenze per malattia nel settore pubblico sono aumentate del 14,6%, mentre nel privato sono scese del 6,2%, è difficile sostenere che ciò si sia verificato perché i dipendenti pubblici di quella regione sono più cagionevoli dei conterranei che lavorano nel privato».
Riaperto il caso delle “navi a perdere” grazie a nuovi fondi e a un’inchiesta giornalistica che riaccende interrogativi mai risolti.
Domani, domenica 27 aprile, torna in edicola e in parrocchia Avvenire di Calabria con un
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