
Limbadi, il 6 maggio si illumina per Maria Chindamo: memoria viva contro la ‘ndrangheta
Nel nono anniversario della scomparsa di Maria Chindamo, il luogo del delitto si trasforma in
"Un altro passo verso la verità - dice ad Avvenire Vincenzo Chindamo, fratello di Maria - che però non esclude le altre piste investigative". Ricordiamo che l'ipotesi per ora più accreditata riteneva la scomparsa legata a una vendetta della famiglia di Rosarno dell'ex compagno della donna, morto suicida dopo essere stato lasciato.
"Ma le nuove rivelazioni non escludono una possibile somma di interessi. La morte di Maria può essere stata decisa per finalità diverse ma combacianti", insiste Vincenzo. E ricorda come a settembre l'azienda abbia subito il furto di alcuni mezzi agricoli, "un'azione che sembra molto più che un furto".
Maria Chindamo, evidentemente dà ancora fastidio, la sua memoria, la sua impresa devono essere annullate. Come il suo corpo. Le parole di Cossidente sono in qusto senso terribili. "Emanuele Mancuso mi disse anche che in virtù di questo rifiuto della Chindamo a cedere le proprietà, P. l’ha fatta scomparire, ben sapendo che, se le fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe ricaduta sulla famiglia del marito della donna, poiché il marito o l’ex marito dopo che si erano lasciati si era suicidato. Quindi questo P. sapendo delle vicende familiari della donna, sarebbe stato lui l’artefice della vicenda per entrare in possesso dei terreni e poi far ricadere la responsabilità sulla famiglia del marito in modo da entrare in possesso di quei terreni. Emanuele mi disse che la donna venne fatta macinare con un trattore o data in pasto ai maiali".
Parole drammatiche che attendono verifiche e riscontri. Ma finalmente qualcuno parla come ha sempre chiesto la famiglia di Maria, fiduciosa nella giustizia. Dall'anziana madre alla figlia Federica che non a caso ha scelto di studiare giurisprudenza per fare il magistrato.
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