Avvenire di Calabria

La fotografia Ocse-Pisa: il nostro paese continua ad arrancare rispetto agli altri paesi Ue

Materie Stem, sono ancora troppi i divari di genere

Secondo le ultime rilevazioni Invalsi, ampie differenze emergono anche a livello regionale e locale

di Redazione Web

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Nell’ultima rilevazione Ocse-Pisa, l’Italia è risultata il paese con i gap più ampi negli apprendimenti in matematica. Una dinamica che le comparazioni internazionali e interne indicano come tutt’altro che scontata, strettamente connessa al ruolo degli stereotipi di genere.

Troppi divari di genere negli apprendimenti: il caso Stem

Passata l’emergenza Covid, restano troppo ampi i divari di genere negli apprendimenti, in particolare delle materie scientifiche. Parliamo delle cosiddette Stem, acronimo anglosassone che sta per science, technology, engineering e mathematics.


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È una delle principali questioni da affrontare per il nostro sistema educativo, perché i divari che nascono sui banchi di scuola condurranno a disparità nei percorsi professionali, nei livelli salariali e quindi nelle condizioni di vita di uomini e donne. Divari che, come spesso accade, sono anche territoriali. In base ai dati Invalsi, solo nell’8% delle province il gap di genere nelle competenze numeriche è a vantaggio delle ragazze.

Cosa dicono le nuove rilevazioni Ocse-Pisa

A dicembre sono stati rilasciati i risultati dei test Ocse-Pisa relativi al 2022. La prima verifica internazionale sugli apprendimenti degli studenti 15enni dopo la pandemia ha mostrato un crollo generalizzato delle competenze, a livello mondiale. Per l’Italia è risultato particolarmente critico l’ambito della matematica.


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Proprio in questa disciplina - emerge da un'analisi di Openpolis legata alle povertà educative del Paese - l’Italia ha il divario di genere più ampio di tutti i paesi coinvolti nella rilevazione. È pari a 21,1 la differenza tra il punteggio medio conseguito dai ragazzi nelle prove Ocse-Pisa di matematica e quello delle ragazze. Un valore molto superiore rispetto alla media Ocse (9,1) e ai risultati degli altri paesi oggetto di indagine.

Italia ai vertici del divario di genere nelle competenze matematiche

Il dato dell’Italia spicca tra tutti i paesi Ocse. Per facilitare la comparabilità, abbiamo ristretto il confronto solo ai paesi Ue che hanno partecipato all’indagine e al Regno Unito. Si nota come, nonostante in quasi tutti resista un gap di genere, esso sia molto meno marcato di quello italiano. Tra i maggiori stati Ue, Francia, Germania e Spagna si attestano su un divario che è circa la metà di quanto rilevato nel nostro paese.

Questo divario, se non tenuto in considerazione, rischia di condizionare il percorso di studi successivo e quindi lo stesso avanzamento nelle politiche per la parità di genere.

Quali conseguenze?

La sotto rappresentazione delle donne nei percorsi educativi affini alle Stem ha infatti conseguenze molto impattanti. Le discipline scientifiche sono quelle che in linea generale offrono i percorsi di carriera più retribuiti e con maggiore stabilità. In un contesto dove il ruolo delle tecnologie è sempre più preminente, questa tendenza è destinata a rafforzarsi ulteriormente.


PER APPROFONDIRE: Materie Stem e ragazze, nessuna preclusione


L’altra conseguenza è che anche le ragazze con ottimi risultati in matematica tendono a “vedersi” meno dei maschi nel ricoprire professioni come quelle di scienziato o ingegnere. In media, nei paesi Ocse, gli studenti 15enni top performers che immaginano questo tipo di carriera quando avranno 30 anni sono il 26% tra i maschi e solo il 14,5% tra le ragazze.

Non casualmente, in Italia la tendenza è risultata ancora più accentuata già nelle rilevazioni pre-Covid, sfiorando i 14 punti percentuali di distanza. Tra le studentesse italiane che avevano conseguito ottimi risultati in matematica nei test Ocse-Pisa, solo il 12,5% prevedeva un futuro lavorativo nelle discipline Stem. Quota invece più che doppia tra i 15enni maschi (26%).

Come incidono i divari di genere negli apprendimenti sul territorio

L’impatto dei gap legati al genere nell’apprendimento della matematica è fortemente variabile sul territorio nazionale. L'analisi di Openpolis lo ricostruisce attraverso i dati Invalsi a livello provinciale, pubblicati dall’istituto di statistica nell’ambito degli indicatori sul benessere equo e sostenibile.

In Italia, il 43,6% degli alunni di terza media ha un livello di competenza numerica non adeguato rispetto al proprio grado di istruzione. Rispetto ai 15enni oggetto della rilevazione Ocse-Pisa, parliamo di ragazze e ragazzi di un paio di anni più giovani. Un’età particolarmente interessante perché è l’ultimo anno prima che il percorso di studi si divida per indirizzi.

Già in terza media, le ragazze con competenze numeriche non sufficienti sono il 45,8%, mentre tra i maschi la quota – comunque elevata – scende al 41,6%. Uno scarto di oltre 4 punti, che non è omogeneo sul territorio nazionale.

Il divario più ampio, nelle prove Invalsi di terza media nel 2022, si è registrato nel territorio di Sassari, con 9,2 punti di differenza tra i risultati negativi delle ragazze (63,3% insufficienti nella provincia sarda) e dei ragazzi (54,1%). Seguono Matera (8,8) e Napoli (7,5), ma superano i 7 punti di distacco anche Imperia, Mantova e La Spezia.

Nell’8% delle province il gap di genere nelle competenze numeriche è a vantaggio delle ragazze

A parità di distacco, tuttavia, cambia il risultato raggiunto dai due generi. Se nelle prime 3 province citate la quota di ragazze con competenze inadeguate sfiora i due terzi o comunque supera il 55%, nelle altre si attesta tra 40 e 50%.

Da questo punto di vista, Crotone, Palermo, Agrigento, Vibo Valentia e Siracusa sono i territori con più ragazze con risultati inadeguati (superiore al 66% in tutti i casi citati), ed è l’elevata incidenza di risultati scarsi anche tra i ragazzi ad abbassare il differenziale.


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Solo in 9 province (8% del totale) le studentesse vanno meglio dei maschi in matematica: Sud Sardegna, Savona, Ascoli Piceno, Bolzano, Crotone, Sondrio, Caltanissetta, Chieti, Prato. Tuttavia, mentre in realtà come Sondrio e Ascoli Piceno la quota di alunne con risultati inadeguati è molto inferiore alla media nazionale (essendo pari rispettivamente al 25,3% e al 33,4%), in province del mezzogiorno come Crotone e Caltanissetta supera il 60%. Ed è appunto un risultato ancora più negativo tra i maschi a invertire il segno del divario di genere.

Un ulteriore indice della necessità di combinare l’abbattimento degli stereotipi di genere con un investimento complessivo sugli apprendimenti nelle materie scientifiche.

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