
Tra misteri e verità negate: si riapre il caso De Grazia e delle navi dei veleni
Riaperto il caso delle “navi a perdere” grazie a nuovi fondi e a un’inchiesta giornalistica che riaccende interrogativi mai risolti.
Il tema scelto per quest'anno sottolinea che solo attraverso la memoria si può continuare a coltivare il desiderio di verità e giustizia
Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è una data che da trent’anni ha acquisito un significato diverso, per molte famiglie particolarmente doloroso e dedicata al ricordo. Ricorre in questa data la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Un importante contributo per la nascita di questa giornata lo ha dato Carmela Montinaro, madre di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci insieme al magistrato e ai colleghi Rocco Dicillo e Vito Schifani. Nel 1993, durante una funzione religiosa per il primo anniversario della strage, Carmela espresse a don Luigi Ciotti il suo dolore per il fatto che il nome di suo figlio venisse raramente ricordato, liquidato come “uno dei ragazzi della scorta”.
Da quell’incontro nacque l’idea di creare una giornata dedicata alla memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie, non solo quelle più celebri, ma anche quelle meno conosciute. Così, il 21 marzo 1996, venne celebrata a Roma la prima edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno. Da allora, ogni 21 marzo, una città diversa ospita una cerimonia in cui vengono letti i nomi di tutte le vittime innocenti delle mafie. Migliaia di persone si radunano per restituire dignità e memoria a chi ha perso la vita a causa della violenza mafiosa. Ogni nome rappresenta una storia, un’esistenza interrotta, ma attraverso la memoria collettiva viene data loro una nuova vita.
La Giornata ha progressivamente acquisito sempre più rilevanza, diventando un evento di primaria importanza per la società civile italiana, coinvolgendo associazioni, scuole, istituzioni e cittadini in un percorso di impegno comune. Il 1° marzo 2017, la Camera dei Deputati ha riconosciuto ufficialmente questa data come “Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Un esempio di come la memoria privata possa trasformarsi in patrimonio collettivo è il cortometraggio Un figlio, ispirato alla figura di Carmela Montinaro.
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Diretto da Carmen Giardina e interpretato da Ottavia Piccolo, il corto nasce dalla lettura di un tema scolastico scritto da Elisabetta Zecca, nipote di Antonio Montinaro, in cui raccontava i ricordi d’infanzia delle estati trascorse in Salento con la nonna Carmela. Ricordi che colpirono l’autrice Marina Senesi, che decise di dare forma a una storia universale. In questi trent’anni, l’impegno antimafia ha preso molte forme: la tutela dei beni confiscati alle mafie, il loro riutilizzo sociale, i percorsi educativi nelle scuole e i campi di formazione.
Libera ha ampliato la sua rete internazionale, arrivando fino all’America Latina, all’Africa e all’Europa, e ha sostenuto chi, come tante donne, ha scelto di affrancarsi dai circuiti mafiosi per proteggere sé stesse e i propri figli. Questo 21 marzo è la città di Trapani ad ospitare la trentesima edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno, con il tema “Il vento della memoria semina giustizia”, teso a sottolineare che solo attraverso la memoria si può continuare a coltivare il desiderio di verità e giustizia. In piazza, come ogni anno, migliaia di persone cammineranno accanto ai familiari delle vittime per sostenere le loro richieste di giustizia e verità. Per un futuro libero dalle mafie.
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Domani, domenica 27 aprile, torna in edicola e in parrocchia Avvenire di Calabria con un
Lo spettacolo è prodotto da Calabria dietro le quinte, in collaborazione con la compagnia Blu