L'iniziativa, promossa dall’Assessorato alle minoranze linguistiche del Comune di Reggio Calabria, vuole diffondere la conoscenza tra le giovani generazioni dell’antico idioma, ancora parlato nell’area grecanica del reggino, ma a rischio estinzione.
Il progetto ribattezzato “Pame ambrò” ha preso il via nel febbraio dello scorso anno
Coinvolti gli Istituti comprensivi della città di Reggio Calabria: “Alvaro-Scopelliti”, “Carducci-Da Feltre”, “Cassiodoro-Don Bosco”, “De Amicis-Bolani”, “Galilei-Pascoli”, “Galluppi-Collodi-Bevacqua”, “Maria Ausiliatrice-Moscato Gallina”, “Nosside-Pythagoras” e “Telesio-Montalbetti”. Ogni scuola coinvolta nell’iniziativa ha ospitato una “lezione” prevista dal programma concluso il 6 giugno al Castello Aragonese. «È un progetto a cui tengo molto. Non solo per le mie conoscenze della lingua greca di Calabria, ma anche per il coinvolgimento dei ragazzi a cui è importante tramandare la storia e le radici della nostra terra affinché ne siano portatori a loro volta in futuro», ha detto, a proposito del progetto, Lucia Anita Nucera, già assessore alle minoranze linguistiche e identità territoriale di Palazzo San Giorgio.
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Ormai parlata da pochi è una lingua a rischio. Contro l’estinzione entrano in gioco le nuove generazioni
Il progetto ha visto impegnata in prima persona e gratuitamente la stessa Nucera. Il progetto rappresenta a tutti gli effetti un corso di storia, lingua, cultura e tradizione dei Greci di Calabria. Oltre alla valorizzazione della cultura e della lingua greca di Calabria, attraverso la sensibilizzazione nei giovani, altro obiettivo di “Pame ambrò” è l’impegno da parte della Regione per l’attuazione della legge 482 del ‘99, che prevede il bilinguismo nelle scuole del territorio dov’è presente una minoranza linguistica riconosciuta. Al termine del percorso è stato rilasciato un attestato di frequenza a tutti i partecipanti. Significativa l’accoglienza avuta dai dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi coinvolti. Hanno apprezzato il progetto che si è rivelato non solo importante strumento di valorizzazione dell’antico idioma e delle antiche tradizioni, ma anche «un utile momento di condivisione con altre realtà scolastiche del momento formativo, accomunando e rafforzando l’operato della scuola tutta nel tramandare nel tempo l’ampio patrimonio culturale».