Avvenire di Calabria

Forti le parole del presule durante l’omelia per la festa di San Giuseppe Lavoratore

Monsignor Oliva: «Se manca il lavoro manca la dignità»

L’intervento ha toccato anche la piaga del lavoro nero

Redazione Web

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«Questa nostra terra a causa della mancanza di lavoro rischia di essere una terra provata della sua dignità, una terra di scarto e abbandonata. Una terra che dalla politica null’altro ha da aspettarsi se non vere politiche del lavoro. Solo autentiche politiche del lavoro possono dare speranza e futuro».

A dirlo è stato ieri il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, celebrando messa al santuario della madonna della Grotta di Bombile. Per il presule « non è tollerabile in alcun caso che il lavoro diventi un diritto negato, il privilegio di pochi. La festa di San Giuseppe lavoratore è un’occasione per ricordare che non c’è vivere sociale se questo diritto non viene equamente riconosciuto e se a ogni famiglia non è riconosciuto il sacrosanto diritto a vivere con dignità la propria vita».

Mons. Oliva parla di un “lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale”. “libero, che non crei dipendenze”: «Non il lavoro che proviene dal capobastone di turno, al quale sei chiamato a pagare un conto salato, e nelle cui mani sei costretto a consegnare la tua libertà» Un lavoro “creativo, che «aiuti la persona a sviluppare le sue capacità di intelligenza attraverso attività che lo realizzano e lo facciano sentire cooperatore del Creatore». L’intervento ha toccato anche la piaga del lavoro nero. La festa del Primo Maggio, ha detto il vescovo, è «un’occasione favorevole per dar voce ai disoccupati e ai senza lavoro o mal pagati, a chi non ha che strascichi di lavoro insufficiente per soddisfare le proprie esigenze e quelle della propria famiglia.

Il grido di chi non ha lavoro deve scuotere il Palazzo» Come credenti “non possiamo chiudere gli occhi” «né possiamo porci in modo egoistico di fronte ad essi. Il lavoro è di tutti e per tutti. Nessuno può pretendere di svolgere il proprio lavoro, togliendolo agli altri. Più solidarietà anche nel lavoro. Alla nostra terra spetta purtroppo un triste primato: il record della disoccupazione giovanile attestato al 58,7%».

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