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A distanza di un giorno dal naufragio consumatosi al largo delle coste calabresi, comincia a delinearsi quello che appare come l'ennesimo drammatico bilancio.
Secondo la ricostruzione dei superstiti, in tutto 12 persone tratte in salvo e condotte al Porto di Roccella Jonica dalla Guardia Costiera, sarebbero oltre una sessantina i dispersi.
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Per la precisione potrebbero essere 66 le persone di cui non si hanno più notizie. Tra queste 26 sarebbero bambini, alcuni anche di pochi mesi.
Lo ha raccontato ad una mediatrice interculturale in servizio al porto di Roccella, un ragazzo, che durante il naufragio ha perso la sua fidanzata.
Sulla barca a vela che si sarebbe capovolta a causa del maltempo e delle pessime condizioni del mare, avrebbero viaggiato intere famiglie provenienti dall'Afghanistan.
I profughi, stando ancora al racconto, sarebbero partiti dalla Turchia 8 giorni fa. Il natante avrebbe cominciato a imbarcare acqua da almeno 3 o 4 giorni. «Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune barche non si sono fermate per aiutarli», spiega ancora Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere, presente a Roccella Ionica dove sono sbarcati i sopravvissuti del naufragio nello Jonio. «La scena - è il suo racconto all'Ansa - era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano».
Il naufragio è avvenuto a 120 miglia dalla costa calabrese, in area di responsabilità SAR italiana. Le attività di ricerca di eventuali superstiti sono proseguite nella zona attraverso l'impiego di due motovedette della Guardia Costiera, partite da Reggio Calabria e Roccella Jonica, e un aereo ATR42 decollato dalla base aeromobili delle Guardia Costiera di Catania.
PER APPROFONDIRE: Migranti, si ribalta imbarcazione al largo delle coste calabresi: 12 sopravvissuti trasferiti a Roccella Jonica. C’è anche una donna morta
Nella zona è stata inviata, a supporto, anche la nave Dattilo della Guardia Costiera. A bordo dei mezzi navali anche team sanitari del CISOM (Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine Di Malta).
Forte il dolore, ma anche le reazioni alla notizia dell'ennesimo dramma consumatosi in mare. «La notizia dei migranti - sembra siano tra le 50 e le 60 persone - dispersi a causa del ribaltamento della barca sulla quale viaggiavano a circa cento miglia a largo della costa calabrese è un pugno nello stomaco», il commento del presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto.
«Quelle che stiamo vivendo sono ore di grande angoscia per tutta la Regione, ore che ci riportano alla mente il dramma immane che abbiamo vissuto a Cutro poco più di un anno fa», ancora le parole del governatore nel ringraziare, inoltre, «i soccorritori che hanno prontamente prestato supporto ai superstiti giunti a Roccella Jonica, e prego per la donna tragicamente deceduta nel tentativo di salvarsi».
«La tratta turca, dalla quale sembra arrivassero questi migranti, è stata troppo spesso sottovalutata in questi anni, servirebbe invece una maggiore attenzione da parte dell’Europa e dei governi nazionali. I nostri mari dovrebbero risplendere di vita e di speranza, e non trasformarsi periodicamente in immensi cimiteri», ancora il presidente Occhiuto.
«Sono profondamente addolorato e preoccupato per la tragedia avvenuta al largo delle coste calabresi, dove una cinquantina di migranti risultano dispersi a seguito del ribaltamento della loro imbarcazione. Esprimo il cordoglio del Consiglio regionale della Calabria per le vittime e solidarietà ai superstiti a cui non si mancherà di fornire la massima assistenza», sono state invece le parole del presidente della massima assise calabrese, Filippo Mancuso.
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Oltre alle attenzioni più volte assicurate in ogni sede istituzionale, per Mancuso, «è urgente che l'Europa intervenga con rapidità e decisione per prevenire le tragedie nel Mediterraneo. Chiediamo, soprattutto dopo il drammatico naufragio di Steccato di Cutro, un'azione risolutiva e in più direzioni, che preveda una maggiore collaborazione tra gli Stati membri per rafforzare i controlli e le operazioni di soccorso, nonché misure efficaci per contrastare il traffico di esseri umani. La Calabria e l'Italia non possono essere lasciate sole ad affrontare questa emergenza umanitaria».
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