
Limbadi, il 6 maggio si illumina per Maria Chindamo: memoria viva contro la ‘ndrangheta
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'Ndrangheta e fede, ecco le linee guida dei vescovi calabresi. «No ad ogni forma di mafie» si intitola il documento (scaricalo in versione integrale). È stato sottoscritto dalla Conferenza episcopale calabra (Cec) e diffuso in questi giorni. L'obiettivo è favorire un'azione comune di clero, consacrati e laici.
Come era stato annunciato dall'ultima sessione della Cec, il 15 settembre sono state pubblicate le linee guida per il «contrasto della prassi 'ndranghetista».
Si legge, infatti, nel capitolo introduttivo come la 'ndragheta sia «contraria al Vangelo» come già più volte ribadito dai vescovi calabresi (sia nel 2014 che nel 2015, gli ultimi documenti ufficiali).
Le linee guida sono state redate con «stile sinodale e partecipato» e questo «ha permesso di verificare e raccogliere il sentire comune di pastori, clero, consacrati e laici» della Calabria.
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«Il Vangelo è sempre forza liberante, anche dalle mafie e dalla corruzione» si legge. Ciononostante ci sono «persistenti preoccupazioni comuni circa il "peso della zizzania mafiosa"».
Per contrastarla debitamente, quindi, «le Chiese in Calabria hanno preso in modo chiaro, fermo e risoluto le distanze da qualunque comportamento di tipo mafioso».
La strada maestra è «l'appello urgente alla conversione». Come farlo? Suscitando «un moto di pentimento, di conversione, di riparazione e di adesione a forme che aiutino a mettere in atto un contro-movimento di ritorno a Cristo e alla sua Parola».
«Si ha talvolta, infatti, la sensazione - scrivono i vescovi calabresi - che la sola strategia della legalità rischi di proporre analisi di esclusivo carattere sociale e giuridico». Mentre la 'ndrangheta va combattuta alle radici del fenomeno.
Chiariscono i pastori: «In un corale sforzo di evangelizzazione nuova, intendiamo proporre nelle nostre comunità ecclesiali un'effettiva svolta nel primo annuncio e nella catechesi, oltre che nella carità pastorale».
PER APPROFONDIRE: Scarica il documento integrale
La 'ndangheta gode di «appoggi, collaborazione, silenzi conniventi e in tal modo continua a tessere una vera rete asfissiante».
Il rischio è che a cadere dentro queste maglie siano i ragazzi di Calabria. Un rischio concreto. «La manovalanza delle mafie viene ancora ricercata, infatti, tra adolescenti e giovani». La risposta è purtroppo sotto gli occhi di tutti: i ragazzi «spesso s'illudono di assumere spessore e considerazione nell'affiliarsi».
Una «tragica illusione» che può avere una sola cura: l'azione pedagogica della Chiesa.
Dopo un'ampia introduzione, i vescovi propongono nelle loro Linee guida anche raccomandazioni e norme per le Chiese di Calabria.
Si tratta di un rinnovata attività di annuncio del Vangelo, di catechesi e di formazione permanente. Ma anche alcune innovazioni in merito alla celebrazione dei sacramenti di iniziazione cristiana e delle nozze. In questo caso vengono introdotte delle importanti novità in merito alla scelta dei padrini e i testimoni di nozze.
E ancora: i pastori indicano alcune norme stringenti per le feste religiose e patronali nonché per le processioni e le pie pratiche tradizionali. Non mancano, inoltre, delle indicazioni riferite alle esequie religiose dei mafiosi.
Infine, due elementi di novità per gli uffici di Curia. In primis, un rinnovato stile di collaborazione con i canali di informazione attraverso gli Uffici diocesani per le comunicazioni sociali. L'altro aspetto peculiare introdotto dal documento dei vescovi riguarda l'istituzione di una Commissione diocesana per l'attuazione delle Linee guida.
In questo contesto è prevista la nascita di una sportello di advocacy per il sostegno a quanti denunciano illegalità, soprusi ed estorsioni.
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