Calabria, diventa realtà la premialità per le imprese che resistono alla ‘ndrangheta
L’annuncio del presidente della commissione regionale anti-‘ndrangheta Pietro Molinaro: «Oltre al valore simbolico, adesso anche valenza concreta».
La Guardia di Finanza ha disposto tre misure cautelari nei confronti di altre tre persone ritenute organiche alla cosca Longo - Versace di Polistena con l'accusa di intestazione fittizia di beni.
Tra loro un uomo di vertice delle consorterie di 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro, ossia Salvatore Domenico Tassone già condannato in primo grado nel processo "Arca" per associazione a delinquere di stampo mafioso. Allo stesso sono stati sequestrati beni per dieci milioni di euro.
Tale forza finanziaria è rintracciabile in svariati ettari di terreno, nonché in aziende gestite da "prestanome" dello stesso Tassone, tra cui soggetti riconducibili alla potente cosca Alvaro di Sinopoli.
Alcuni dei terreni sono stati "acquistati" dal Tassone attraverso il prestito di liquidità al noto imprenditore Vittorino Pelli.
L’annuncio del presidente della commissione regionale anti-‘ndrangheta Pietro Molinaro: «Oltre al valore simbolico, adesso anche valenza concreta».
Una nuova idea per la gestione dei beni confiscati alle mafie. Per il Fai, affidarli alle imprese che hanno denunciato i clan può essere una soluzione per il loro riuso sociale.
Profonda preoccupazione per il grave atto di violenza compiuto nella zona marina della cittadina cosentina è stata espressa dal vescovo di San Marco – Scalea, monsignor Rega.