Avvenire di Calabria

Cassano allo Ionio, il Comune assegna ai nuclei indigenti il palazzo dell’ex capo cosca pentito

Nel condominio confiscato al boss le famiglie povere

Domenico Marino

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Là dove c’era il boss ora ci sono famiglie felici che aspettavamo da anni una casa. E quello che era abbandonato, malmesso e vuoto, adesso è pieno di vita e gioia. L’amministrazione comunale di Cassano all’Jonio, nel Cosentino, ha consegnato nove alloggi di edilizia sociale realizzati in contrada Bruscate di Sibari all’interno d’un palazzone sottratto negli anni ’90 all’allora potente e temuto boss della ’ndrangheta Giuseppe Cirillo, poi diventato collaboratore di giustizia e nel 2007 morto proprio durante un’udienza. Il sindaco della cittadina ionica Gianni Papasso ha formalizzato la consegna dei lavori assieme all’impresa che li ha ristrutturati con massima attenzione all’adeguamento sismico e al risparmio energetico. Quindi la toccante sigla dei contratti di fitto con le famiglie meglio piazzate in graduatoria che hanno avuto diritto all’alloggio. Il primo cittadino ha ripercorso l’iter che ha portato all’assegnazione delle case, sottolineando le procedure trasparenti sia nell’elaborazione del bando che nell’affidamento. Oltre alle congratulazioni, ha salutato i destinatari invitandoli a rispetto, tutela e salvaguardia delle abitazioni.

Il palazzo è solo uno dei beni strappati una ventina di anni fa a Cirillo grazie a una delle prime applicazioni in Italia della legge Rognoni- La Torre. Un’azienda ortofrutticola del capobastone nel cuore della Sibaritide è stata da tempo trasformata in una moderna caserma che accoglie un Gruppo della Guardia di finanza, mentre un’ex realtà avicola gestita sempre dal defunto boss d’origini campane ospita da decenni una comunità di recupero e reinserimento per tossicodipendenti. Tra l’altro, assieme al carcere di Castrovillari, agli anziani d’una casa di riposo e ai poveri della diocesi con cui ha pranzato nel seminario diocesano, è stata uno dei momenti centrali della visita pastorale compiuta nel giugno 2014 nella diocesi di Cassano da Papa Francesco, al fianco del segretario generale della Cei e allora vescovo cassanese don Nunzio Galantino.

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