Avvenire di Calabria

Il Seminario arcivescovile di Reggio Calabria ha ospitato l'apertura dell'Anno giudiziario del Teic alla presenza di monsignor Alejandro Arellano Cedillo

Nullità del matrimonio, in Calabria diminuiscono le cause

Dai dati forniti dal Vicario giudiziale, monsignor Vincenzo Varone si evince «il sopravvenire sempre più crescente della cultura anti famiglia-matrimonio»

di Federico Minniti

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Nullità del matrimonio, in Calabria diminuiscono le cause. Il Seminario arcivescovile di Reggio Calabria ha ospitato l'apertura dell'Anno giudiziario del Teic alla presenza di monsignor Alejandro Arellano Cedillo. Dai dati forniti dal Vicario giudiziale, monsignor Vincenzo Varone si evince «il sopravvenire sempre più crescente della cultura anti famiglia-matrimonio».

Nullità del matrimonio, in Calabria diminuiscono le cause

Si è tenuta oggi, 31 gennaio, l'apertura dell'Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro (Teic) e della corte d’appello (Teica). I lavori si sono svolti nell'aula magna del Seminario arcivescovile di Reggio Calabria presieduti dai due moderatori, monsignor Fortunato Morrone (Teic) e monsignor Claudio Maniago (Teica) con le relazioni dei corrispettivi vicari giudiziali, monsignor Vincenzo Varone e monsignor Erasmo Napolitano.

In assemblea presenti i vescovi della Conferenza episcopale calabra (Cec), radunata in riva allo Stretto per la sessione invernale, accanto alle massime autorità civili e militari del territorio.


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La relazione di Varone

Un appuntamento che si rinnova dopo lo stop subito nella passata annualità a casa dell’emergenza pandemica. Il Teic opera in Calabria da 81 anni ed «è una storia di molte persone che ci hanno messo il cuore per espletare un “munus” che ha dato al popolo di Dio un apporto specifico contribuendo alla “salus animarum”». Queste le parole - in apertura di relazione - del vicario giudiziale del Teic, monsignor Vincenzo Varone.

Il vicario giudiziale ha passato in rassegna i ruoli cardine all'interno del Tribunale ecclesiastico: dal giudice alla struttura giudiziaria, composta da 13 dipendenti. Riferendosi alle prima figura, Varone ha specificato come «tale compito è molto prezioso ma molto gravoso, sia in termini di lavoro, sia in termini di coscienza; il lavoro impegna un tempo che i giudici, quasi tutti sacerdoti, vivono nel silenzio in un’opera che li vede impegnati a fare un discernimento di sapienza».

Passando, poi, in rassegna l'attività degli operatori, Varone ha affermato che «è una risorsa per tutti in quanto raccoglie le varie professionalità mettendole a servizio con qualificata esperienza umana e giuridica e con una linearità di indirizzo che è garanzia di trattamento per tutti: non abbiamo avuto preclusione, né disattenzione per alcuna persona».

I vescovi della Conferenza episcopale calabra in ascolto della relazione di monsignor Varone

Il quadro statistico

Meno cause introdotte nel 2021 rispetto all'anno precedente e un ulteriore accelerazione rispetto a quelle portate a conclusione. Statisticamente è un anno positivo, quello da poco concluso, per il Teic.

In generale su 139 cause decise, è stata dichiarata la nullità di 136 matrimoni ed è stata constatata - non avendo le prove sufficienti - la validità di 3 matrimoni.

Come scritto, i libelli introduttivi sono calati. Questa, secondo gli esperti del Teic, non è però una buona notizia: evidenzia, infatti, il sopravvenire sempre più crescente della cultura anti famiglia-matrimonio.

Il lavoro dei giudici è stato molto proficuo con un aumento delle cause portati alla decisione (+39). In calo anche i processi Brevior.

Rispetto ai motivi che portano alla nullità di matrimonio, per il 58,17% dei casi si tratta di «grave difetto di discrezione di giudizio». Si tratta di una conferma: in Calabria, la discrezionalità è spesso offuscata dall'assenza di un «impegno vero e responsabile dell’essere coinvolto in una relazione coniugale».

Ma perché questo avviene? Dall'analisi dei casi esaminati dai giudici del Teic si parla di «anomalie psichiche a problematiche che interessano lo sviluppo normale del soggetto in ambito sia familiare che sociale».

Tra gli altri capi di nullità maggiormente frequenti vi sono l'«esclusione della prole» (21 casi) e «esclusione dell'indissolubilità del matrimonio» (16 casi).

Le conclusioni del Teic aprono profondi spiragli di riflessione: «Il nostro popolo cristiano sta cedendo sempre più alle “mode” dei tempi moderni con la chimera di una vita libera da figli e da vincoli stabili e duraturi», ha concluso Varone.


PER APPROFONDIRE: Leggi il confronto con i dati del 2020 forniti dal Teic


Il saluto di monsignor Claudio Maniago, arcivescovo metropolita di Catanzaro - Squillace

La relazione di Arellano Cedillo

Dallo scorso 30 marzo, monsignor Alejandro Arellano Cedillo è il decano del Tribunale della Rota Romana per volontà di papa Francesco. Oggi, il docente di diritto canonico e di giurisprudenza madrileno è stato a Reggio Calabria in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro (Teic) e della corte d’appello (Teica). Sua la prolusione d'apertura: «La giurisprudenza non ha soltanto un valore morale, ma ha una forza di legge: la libertà di giudizio non può mai diventare arbitrarietà».

«La pluralità dei tribunali non può provocare l'unità della Chiesa, - ha proseguito Arellano Cedillo - è evidente che l'ordinamento giuridico ecclesiale non è al servizio della "convivenza" tra i fedeli, ma a difesa dei valori. Non dimentichiamoci, infatti, che l'indissolubilità del matrimonio è voluta da Cristo».

Poi le conclusioni del decano del Tribunale della Rota Romana: «Il Santo Padre ci spinge a essere molto diligenti. Una volta si diceva che la Rota Romana era "la morte delle cause". Adesso, è sotto gli occhi di tutti che siamo vivi e vegeti».

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